Gli sdraiati: ritratto di una generazione

Il futuro dei giovani rubato da una generazione che non vuole invecchiare, cedere i propri posti di lavoro, le proprie rendite, perché non vuole, oppure non può

“I giovani, in minoranza e umiliati, vengono cacciati ai margini della società da questa orda di vecchi assetati di potere, di privilegi”. Questa immagine “apocalittica” disturba i sonni di Giorgio, affermato giornalista interpretato da Claudio Bisio nel film “Gli sdraiati” della regista Francesca Archibugi.

Giorgio è la trasposizione cinematografica di Michele Serra, autore dell’omonimo libro pubblicato nel 2003 dal quale è tratto il film. Un libro introspettivo che nasce dall’esperienza personale dell’autore. Esperienza di una lotta “corpo a corpo” con il proprio figlio, come la definisce lo stesso Serra, intervistato da Luciana Littizzetto. Un libro, questo, che ha suscitato molte polemiche tra i giovani, che non hanno gradito neppure il titolo.  


“Gli sdraiati” infatti, nasce dall’osservazione della posizione preferita del figlio adolescente, per l’appunto sdraiato. È proprio questa immagine proiettata su un’intera generazione ad aver fatto innervosire i giovani, disegnati senza spina dorsale, incapaci di costruirsi un futuro anche se per colpa di genitori che non concedono spazi, di autonomia e di lavoro.

Torniamo però alla trama del film. Giorgio (Claudio Bisio), giornalista affermato, divorziato e padre di Tito (Gaddo Bacchini), si trova a combattere contro la ribellione adolescenziale di quest’ultimo. Un’adolescenza pigra passata a trascorrere le giornate con gli amici il più possibile lontano dal padre e dai suoi inutili tentativi di avere un minimo di dialogo con suo figlio. Amici pigri, indolenti, che stanno ore sul divano a non fare nulla. Tutto questo fino a che Tito non si innamora di Alice (Ilaria Brusadelli), la sua nuova compagna di classe. Qui inizia una nuova storia.  

Il film di Francesca Archibugi “Gli sdraiati” affronta tre diversi temi narrativi: dalla paura di invecchiare al rapporto irrisolto con i figli adolescenti e alla loro incapacità di crescere, cosa resa ancora più impossibile da genitori a loro volta tardo-adolescenti. Qui però il tema che ci interessa è quello dei giovani e del loro futuro rubato da una generazione che non vuole invecchiare, cedere i propri posti di lavoro, le proprie rendite, perché non vuole, oppure non può. Una lotta, quella tra vecchi e giovani, costruita come una storia nella storia all’interno di questo film.   

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