Si sa: il mondo si divide in gattari e cinofili. E i primi – secondo lo stereotipo – sono tipicamente single. I dati sembrano confermarlo. Nel nostro paese si contano 7 milioni e mezzo di gatti e, in larga misura, vivono in famiglie monocomponenti o con coppie senza figli (fonte: Euromonitor).
Una scelta che deriva da due ordini di fattori:
- da una parte vi è una maggiore consonanza “emotiva”, visto che il gatto è per definizione il pet più indipendente e solitario;
- dall’altra parte vi è un aspetto pratico: il gatto richiede meno cure e, in tal senso, meglio si adatta ai ritmi/tempi spesso più “destrutturati” di chi vive da solo.
Quanto costa mantenere un gatto? Le spese veterinarie si aggirano intorno ai 100 euro annui. Per il cibo, invece, si spendono 30 euro al mese: un euro al giorno. Di fatto l’offerta è veramente ampia. E per molti versi sempre più simile a quella umana. Proprio come per il food, è stata introdotta una segmentazione in base alle caratteristiche dell’animale (l’età, le problematiche di salute, le condizioni generali).
Anche il linguaggio non è così lontano da quello utilizzato per definire i “nostri” piatti: si parla di mousse, paté, snack golosi. Infine le modalità di preparazione (a partire dalla cottura) e gli abbinamenti degli ingredienti rispecchiano quelle del cibo dei proprietari. Non resta che attendere il lancio del food da condividere: lo stesso manicaretto per gatto e padrone.