Coronavirus: qui Tirana

Stiamo attraversando una pandemia. Di fronte a un virus altamente contagioso e ancora oggetto di studio, i governi dei diversi paesi hanno adottato specifiche misure, dal lockdown totale ad altri interventi più soft, sempre in relazione alla curva del contagio. Manageritalia ha raccolto alcune testimonianze di suoi collaboratori, manager e professionisti che vivono all’estero in questo periodo. L’obiettivo? Offrire una fotografia di altre realtà e punti di vista, raccontando l'impatto del coronavirus sulla vita quotidiana di società diverse da quella italiana, condividendo esperienze, passi falsi e best practice. Oggi vediamo come si vive a Tirana, in Albania, attraverso le parole di Elvira Barjami, senior recruiter di EasyHunters

In Albania, l’emergenza coronavirus è l’argomento del giorno. L’Albania è da poco emersa dal disastroso terremoto del 26 novembre scorso di magnitudo 6,5 che ha colpito la zona settentrionale del paese alle 3:54, dove sono morte 51 persone e ci sono stati più di 3000 feriti e danni enormi alle case. Una situazione nella quale per circa due settimane panico e paura erano predominanti, dovuti alle numerosissime scosse di assestamento, facendo sì che la maggior parte delle persone avesse scelto di dormire per strada, fuori casa.

Dopo 3 mesi lo stesso paese e le stesse persone si stanno confrontando con questa pandemia globale. Nelle strade manca il rumore, la vita: le persone e lo stile di vita si sono trasformati totalmente.

L’ 8 marzo sono stati comunicati i primi due casi di coronavirus a Tirana e l’autorità ha messo in atto misure restrittive per contenere la diffusione. Ci aspettavamo che questo virus colpisse anche l’Albania dal primo momento che sono stati individuati i casi in Italia. Ogni giorno ci sono più di 17 voli tra Italia e Albania e ci aspettavano le conseguenze. Infatti abbiamo applicato il lockdown totale seguendo l’esempio dell’Italia.  

Sono rimasti aperti i business necessari: le farmacie, i supermercati e le aziende più necessarie per affrontare la situazione. Oggi abbiamo il coprifuoco: possiamo uscire per acquisti essenziali fino alle 17,30. Poi nessuno è autorizzato a uscire. Nel caso violi le regole vieni multato e potresti finire in galera. Il popolo ha reagito bene e nei primi giorni della quarantena ha cominciato a essere più consapevole delle distanze e delle misure di sicurezza. Ci sono stati soprattutto dei problemi dovuti ai pazienti con sintomi da coronavirus che non hanno comunicato di esser stati di recente nel territorio italiano, facendo sì che si infettassero anche i medici e altre persone in ospedale.

Come tutti, stiamo ascoltando le notizie da tutto il mondo e lo stress aumenta, avendo noi tanti albanesi emigrati in paesi come Inghilterra, Italia, Stati Uniti, Australia o Canada. In alcune città siamo in una situazione critica, dove molte persone dormono ancora all’aperto in case provvisorie a causa del terremoto e il Covid-19 adesso li sta ulteriormente danneggiando.

Tutti stanno cercando di aiutare tutti, dando una mano al vicino di casa che non ha la possibilità economica di affrontare la situazione, oppure alla persona anziana che vive da sola. Il problema coronavirus ha impattato molto sull’economia. In Albania la maggior parte degli investitori sono italiani e tedeschi e la sospensione delle attività, in particolare in Italia, ha fatto sì che si bloccasse anche una parte dell’economia albanese. In questo momento speriamo che tutto si riprenda al più presto, perché dopo bisognerà cercare di stabilizzare sia gli effetti del terremoto che quelli del coronavirus. 

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