“Se il Governo Conte-Salvini-Di Maio vuole realizzare veri cambiamenti, lavori con noi: i manager, pubblici e privati, sono infatti la prima linea dei cambiamenti, guidano le trasformazioni tecnologiche e organizzative, elaborano strategie, sono in grado di affrontare problemi complessi e nuovi senza panico. Il cambiamento comporta molti rischi, noi offriamo professionalità e competenza per indirizzarlo nel segno della ripartenza dell’economia e della coesione sociale”. Questo il messaggio lanciato dal nuovo presidente di Cida, la Confederazione dei dirigenti pubblici e privati, durante l’Assemblea che lo ha eletto.
Mario Mantovani succede a Giorgio Ambrogioni, che lascia la presidenza al termine del suo mandato triennale.
58 anni, sposato, tre figli, nato a Bologna, Mantovani è vicepresidente di Manageritalia, la Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato.
Laureato in Economia e Commercio, è dirigente dal 1990.
La sua carriera è quasi tutta dedicata a generare e gestire cambiamenti: nei primi 15 anni come manager di due grandi società di consulenza e information technology internazionali, successivamente come Cfo, direttore generale e Amministratore delegato in imprese italiane e internazionali gestendo crisi, fasi di trasformazione o piani accelerati di crescita.
Attualmente è amministratore delegato di un Istituto di Pagamento. Già presidente di Manageritalia Emilia Romagna dal 2010, dal 2011 è consigliere del Fasdac, il fondo sanitario contrattuale dei dirigenti del terziario.
Nel 2012 viene eletto vicepresidente Nazionale di Manageritalia, dal 2016 al 2018 è stato componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione del Ministero dell’Ambiente, dal 2017 è Consigliere della Fondazione Prioritalia.
“Arrivo alla presidenza di Cida in una fase di profondo cambiamento della società e in particolare del lavoro. Credo nel valore, nella passione e nella forza del mondo associativo e sindacale”, ha detto Mantovani nel suo intervento.
“Il nostro Paese sta attraversando da anni una fase politica, economica e sociale caratterizzata da diffusi timori del domani, incertezza e inquietudine per il lavoro, per il futuro dei nostri figli”.
“In questo scenario Cida deve andare oltre la rappresentanza e la tutela dei diritti e degli interessi degli associati, per porsi al servizio della società, grazie alle capacità e alle competenze dei suoi manager. Il dialogo con la politica è essenziale: la nostra presenza è decisiva in tutti i settori dell’economia, nella pubblica amministrazione, nella sanità, nella scuola. Non siamo portatori di ideologie, né di soluzioni semplicistiche, ma abbiamo idee chiare sulla politica fiscale, sulla previdenza, sul lavoro, sulla formazione, sulla crescita dei territori.”
Nel suo saluto all’Assemblea il presidente uscente Giorgio Ambrogioni ha ricordato l’impegno profuso nell’esaltare il ruolo di rappresentanza della confederazione.
“Abbiamo voluto rivendicare con orgoglio la nostra storia associativa di oltre 70 anni – ha detto Ambrogioni – perché il ruolo dei dirigenti, pubblici e privati, nonostante i tentativi di delegittimazione, continua a evolversi e incorpora valori che vanno messi a frutto dalle nuove generazioni”.