AATT ai tempi del coronavirus: Emilia Romagna

Come avete affrontato nell’immediato l’emergenza coronavirus in Associazione con dipendenti e associati?
«È stata data piena applicazione, di volta in volta, alle direttive delle autorità e a quelle condivise con la Federazione. Il personale è stato progressivamente avviato allo smart working, prima limitando al massimo, poi togliendo totalmente i servizi “in presenza”. Al tempo stesso, si è cercato di dare agli associati la massima assistenza possibile, anche telefonicamente e con i servizi disponibili online che sono anche stati rafforzati».

Quindi, seppure a distanza, offrite i soliti servizi e rispondete al meglio alle inevitabili richieste di supporto dei manager che si trovano in situazioni sempre più difficili?
«Sì, abbiamo dato servizi e pieno supporto agli associati, sia telefonicamente sia tramite meeting in remoto, fino a che è stato possibile dalla sede dell’Associazione. Poi abbiamo continuato a farlo online, per sostenere la campagna #iorestoacasa. Siamo pronti a sviluppare ogni forma di assistenza si renda necessaria, senza nasconderci dietro alle future difficoltà».

Come vanno le cose a livello sanitario, ma soprattutto sociale nelle vostre città e in regione?
«La situazione, a livello sanitario, sta rapidamente peggiorando, con un progressivo espandersi del contagio lungo la via Emilia, ed è probabile si sia ancora lontani dal “picco” previsto. Al tempo stesso, la reazione è stata, nei limiti di quanto fosse possibile, molto positiva. In particolare da parte delle istituzioni locali che hanno agito autonomamente, ma anche cercato collaborazione con il coordinamento centrale, da parte delle Autorità e degli operatori sanitari, che stanno facendo ogni cosa umanamente possibile per contrastare il contagio; da parte della realtà economica, che sta reagendo coraggiosamente a problemi molto gravi e anche da parte dei cittadini, che stanno cercando (qualche volta con fatica) di rispettare le pesanti regole giustamente stabilite».

A livello economico, anche se è presto, come vede la situazione e che ritorni ha dai vostri associati?
«Pesante! I danni all’economia, regionale e nazionale (e, anche, europea e mondiale) sono già e saranno pesantissimi: vertiginosi cali di Borsa, export in caduta libera, ordini difficili da prendere e da evadere. Come sempre, i sistemi e le aziende più forti e più sani, quelli che hanno investito in innovazione, ricerca e persone resisteranno, sopravvivranno e, al momento della ripresa, occuperanno spazi lasciati liberi da chi non ha saputo agire previdentemente. Sarà fondamentale che il Sistema Paese, le imprese e le persone che le animano sappiano farsi trovare pronti, e sappiano ripartire di slancio. Altrimenti, non si riprenderanno le posizioni perdute».

Guardando al futuro, come pensa di affrontare, come Associazione la fase dopo l’emergenza?
«Questa situazione di crisi dovrà spingere la nostra Associazione ancora di più all’innovazione dei servizi e al modo di erogarli. Dovremo e, sono convinto lo faremo, riuscire a mantenere e addirittura a ampliare il nostro ruolo, la nostra capacità di rappresentarli e la nostra vicinanza agli associati. Anche noi dovremo essere pronti a ripartire con slancio!»

Leggi l’editoriale del presidente federale Guido Carella.

Leggi l’indagine di Astraricerche per Manageritalia su come manager e aziende stanno affrontando l’emergenza sanitaria.

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