3 libri per imparare a imparare

Formazione continua, strategie di apprendimento e acquisizione di nuove skill

Il design della formazione: Il nuovo paradigma digitale, Crystal Kadakia e Lisa M.D. Owens (FrancoAngeli editore, 339 pagine)




Perché leggerlo: La pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare e apprendere. Questo libro, uscito in lingua originale nel giugno 2020, ci racconta di un nuovo paradigma. Un paradigma dove è il learner, il discente, che sceglie modalità, tempi e luoghi nei quali formarsi, ampliare le proprie conoscenze. Così come il marketing mette al centro delle sue strategie di vendita Il Cliente, allo stesso modo la “nuova” formazione deve mettere al centro il learner con le sue modalità di apprendimento e le sue preferenze cognitive.

Qual è allora il nuovo modello per costruire una formazione adatta alle esigenze del nuovo learner? Crystal Kadakia e Lisa M.D. Owens vogliono delineare un nuovo approccio disegnato proprio intorno alle esigenze del “cliente” della formazione. Un cliente esigente che non si accontenta dei tradizionali docenti che mettono a disposizione la loro conoscenza nei modi e nei tempi a loro congeniali. La formazione tradizionale, calata dall’alto, obbligatoria, obsoleta e programmata, non funziona più: il nuovo learner vuole continuare a rimanere rilevante nel suo lavoro e per questo ha la necessità di continuare a imparare dove e quando ne ha bisogno.

Il libro affianca al piano teorico, una guida operativa su come applicare questo metodo fornendo strumenti ed esempi di casi reali, arricchiti da storie di leader, specialisti di Learning&Development che hanno adottato questo metodo per intervenire nelle rispettive organizzazioni.

Un libro rivolto principalmente a chi opera in ambito HR e si occupa di formazione e sviluppo organizzativo e che aiuta a organizzare un apprendimento ritagliato su misura dei learner e degli scopi di business dell’organizzazione.

Key messages:

● L’apprendimento è cambiato profondamente con la rivoluzione digitale: non è più confinato in periodi specifici della vita o della carriera di una persona e non ha più bisogno di luoghi fissi dedicati.
● Continuare a imparare è fondamentale per tutti e oggi i contenuti sono a disposizione ovunque, immediatamente e costantemente.
● Questo cambiamento epocale va affrontato con metodologie completamente innovative, in grado di sfruttare l’abbondanza di opportunità tecnologiche, e con una nuova filosofia di progettazione.
● L’apprendimento è uno dei fattori principali di sopravvivenza, per continuare a fare il nostro lavoro dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, tecnologici e non.
● Collaboratori di lungo corso e neo assunti chiedono opportunità di apprendimento e sviluppo mediante formati moderni, sociali e coinvolgenti.
● Le imprese sono molto attente agli investimenti in Formazione e Sviluppo, con lo scopo di potenziare la propria forza lavoro in un contesto in cui i ruoli cambiano velocemente e diventano sempre più complessi.

Le autrici:

Crystal Kadakia, laureata in ingegneria chimica e con un master in sviluppo organizzativo, è consulente organizzativa presso General Mills, Southern Company, Monster.com, Sierra Club e altre aziende. Due volte speaker di TEDx, è autrice di numerosi bestseller, tra cui The Millennial Myth: Transforming Misunderstanding into Workplace Breakthroughs (Berrett-Koehler Publishers) e Your Career: How to Make it Happen (Cengage Learning), giunto alla decima edizione.

Lisa M.D. Owens, laureata in ingegneria e scienze della formazione, è un’esperta di apprendimento che combina la sua mentalità ingegneristica con un profondo interesse per la progettazione didattica e le scienze dell’apprendimento allo scopo di creare una formazione che permetta al business di progredire. È co-autrice di Leaders as Teachers. Action Guide, Your Career: How to Make it Happen (ASTD Press).

“Competenze e formazione 4.0” (Angelo Pasquarella e Laura Garozzo, Guerini Next editore, 349 pagine)


Perché leggerlo: Le modalità di apprendimento sono in continua evoluzione, la tradizionale aula in presenza dove le persone venivano collocate per uno o più giorni di training è stata integrata dal digitale e dalla possibilità di continuare ad apprendere senza spostarsi dal proprio pc. La pandemia ha accelerato ancora di più il processo di trasformazione digitale del modo di lavorare, avvicinando scenari futuri prima solo ipotizzati e ora più concreti. Scenari che vedono, entro un paio di decenni, la scomparsa dei lavori più semplici, a facile automatizzazione, che saranno svolti da macchine, e un rischio di obsolescenza per altre mansioni, se non sostenute da una continua e costante formazione. Per questo l’essere aggiornati, aperti a nuove competenze, formarsi, rappresenta una forma di tutela per continuare a essere spendibili nel mondo del lavoro.

Il libro parla di una vera e propria quarta rivoluzione industriale guidata dalla trasformazione digitale. Descrive il contesto di questa trasformazione, gli impatti sul mercato del lavoro, ma, soprattutto, vuole sostenere la tesi secondo la quale la rivoluzione sarà tale solo se la potenza tecnologica del digitale procederà in parallelo con lo sviluppo delle competenze professionali delle persone. Competenze tanto più necessarie nel settore dei servizi, che rappresenta la più importante fonte di occupazione nei paesi avanzati e quello con la crescita percentuale più importante rispetto all’agricoltura e l’industria.

Key messages:

● Il cambiamento non è solo l’aggiunta di nuove tecnologie ma un’evoluzione della società e del modo di produrre beni e servizi.
● La quarta rivoluzione industriale non consiste solo nel far svolgere alle macchine operazioni faticose e ripetitive, ma nell’inserire intelligenza tra le macchine e farle dialogare tra loro.
● Le innovazioni tecnologiche non si sono mai diffuse così velocemente come oggi e le persone sono sempre più rapide nel recepirle e nell’utilizzarle.
● Le aziende da una parte spingono sull’innovazione, dall’altra la subiscono e rischiano di perdere mercato anche se sono di grosse dimensioni.
● Apprendimento formale (certificazioni, diplomi e lauree), non formale (percorsi di apprendimento senza certificazione finale) e informale (esperienze di lavoro o di vita) riconquistano una nuova centralità.
● La formazione non potrà più basarsi solo sul trasferimento di informazioni, ma dovrà modellare le abilità dei moderni learner puntando su re-skill, upskill, lifelong learning, piattaforme e formazione e-learning.

Gli autori:

Angelo Pasquarella è presidente di Projectland. Da molti anni opera nella formazione e nello sviluppo di progetti innovativi per il settore assicurativo. Per l’editore FrancoAngeli ha pubblicato Il quinto stato (2011), Giovani al lavoro (con G. Cazzola e A. Servidori, 2013), La formazione concreta (con S. Carbone, 2016) e Punto HR 2020! (con S. Carbone, 2019).

Laura Garozzo fa parte dell’Area Ricerca e Sviluppo di Projectland. Ha seguito numerosi progetti di ricerca in ambito formativo e svolge attività d’ideazione e coordinamento di piani formativi.

Late Bloomers: The Power of Patience in a World Obsessed with Early Achievement (Rich Karlgaard, Crown pagg. 304)


Perché leggerlo:

Viviamo in un mondo ossessionato dai risultati ottenuti in giovane età, dalla scuola all’università, al lavoro dei sogni da ottenere entro i 30 anni. Ma, ammettiamolo, nella stragrande maggioranza dei casi gli esordi non hanno nulla di eccezionale. Il talento e le nostre capacità emergono gradualmente. Molte persone sbocciano tardi e dunque dovremmo liberarci dall’idea che tutto debba essere ottenuto in tempi rapidi, dato che questa vera e propria utopia causa problemi seri ai più giovani.

Gli enfant prodige sono eccezioni e fissarli come standard, della serie “alla tua età aveva già realizzato A, B, C” disorienta i Millennials. Inoltre, dovremmo essere consapevoli che sostanzialmente è la cultura in cui siamo immersi che definisce l’idea di successo: non ci sono insomma valori assoluti. Ci sono poi delle motivazioni più strettamente biologiche: il cervello matura in tempi diversi e, udite udite, diventiamo più creativi e di fatto più intelligenti col passare degli anni.

Questo libro vi spiega perché l’early blooming è una costruzione culturale, non supportata dalla scienza, e punta i riflettori sulle diverse fasi dell’età adulta come periodo migliore per l’auto-realizzazione, anche alla luce dei numerosi cambiamenti delle tappe che contraddistinguono la vita nelle società moderne. I più giovani oggi ci impiegano più tempo a terminare gli studi, a diventare indipendenti dal punto di vista finanziario e a formare una famiglia.

Uno studio su vasta scala condotto negli Stati Uniti ha dimostrato ad esempio che i 25enni di oggi hanno il doppio di probabilità rispetto ai loro genitori di studiare ancora e di dipendere finanziariamente da loro. Il libro si focalizza sull’abilità di valutare modelli complessi – compresi gli stati emozionali delle altre persone – che raggiunge il picco tra i quaranta e i cinquant’anni.

Key messages:

●  È l’età adulta e non quella giovanile il periodo il periodo dell’autorealizzazione.
●  È nell’età matura che sviluppiamo competenze e scopriamo i nostri punti di forza.
●  Abbiamo bisogno di un percorso di carriera che ci permetta di continuare a sbocciare, non solo nella fase iniziale.
●  Cerchiamo di superare l’influenza culturale e concentriamoci sul forgiare la nostra strada, unica e inimitabile: siamo bombardati da messaggi falsi e inattuali sul lavoro e sulla carriera fin da quando siamo a scuola.
●  I late bloomers devono reinventare se stessi più volte per poter raggiungere il loro pieno potenziale.
●  Impariamo a dire addio al nostro posto di lavoro se ci sentiamo intrappolati e se non ci permette di crescere, anche dopo i quaranta e i cinquant’anni.
●  I 60 anni di oggi non sono più l’età della pensione, eppure in molti continuano a ripeterlo: a questa età abbiamo ancora molto da dare e siamo assolutamente spendibili sul mercato del lavoro.

L’autore:

Rich Karlgaard è un giornalista americano, autore di bestseller, imprenditore pluripremiato e speaker. La sua carriera accademica a Stanford è stata mediocre e, dopo la laurea, ha lavorato come lavapiatti e guardiano notturno prima di trovare la motivazione e la spinta interiori che alla fine lo hanno portato a fondare una rivista high-tech nella Silicon Valley. Nel 1998 è stato nominato editore della rivista Forbes. I libri, gli articoli e gli speech di Karlgaard si concentrano spesso sui fondamenti del business, sulla necessità di innovazione costante e sull’importanza di costruire la giusta cultura aziendale. Attualmente è consulente presso la Forbes School of Business & Technology.

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