Manageritalia e Federalberghi hanno sottoscritto il rinnovo del “Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dirigenti di aziende alberghiere”, con decorrenza dal 1° gennaio 2026 e validità fino al 31 dicembre 2028. Contratto che ad oggi riguarda circa 219 dirigenti in un settore, quello alberghiero, che rappresenta circa il 10,8% del PIL nazionale stando agli ultimi dati Enit.
La firma in prossimità della scadenza naturale del contratto (31 dicembre 2025), rappresenta una scelta di responsabilità e di visione strategica, volta a garantire stabilità, continuità e qualità nelle relazioni sindacali. Un segnale forte in un contesto economico ancora incerto, che tutela il potere d’acquisto dei manager e consente alle imprese una pianificazione efficace dei costi del lavoro. Ma le vere novità sono l’ulteriore investimento in welfare e l’innovazione sul tema dell’invecchiamento attivo al lavoro e misure per genitorialità e parità di genere e gli incentivi all’autoformazione.
Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi, ha dichiarato: «L’intesa raggiunta costituisce un risultato importante per la valorizzazione delle figure manageriali del settore, che svolgono un ruolo essenziale nel presidiare la qualità dei servizi, promuovendo l’innovazione e sostenendo la competitività complessiva dell’ospitalità italiana sui mercati nazionali e internazionali, in una fase economica particolarmente complessa. L’accordo rappresenta, in questa prospettiva, un passo significativo nel rafforzamento del capitale umano manageriale, fattore imprescindibile per accompagnare lo sviluppo sostenibile e l’evoluzione del sistema turistico, uno dei principali asset del Paese».
Giuseppe Roscioli, Vicepresidente vicario di Federalberghi e Presidente della Commissione sindacale, ha aggiunto: «Diamo una valutazione positiva di questo rinnovo contrattuale, che conferma l’impegno di Federalberghi nel dare continuità alla politica di aggiornamento e valorizzazione del dialogo sociale nel settore. Si tratta di un risultato che testimonia la volontà della nostra Federazione di garantire equilibrio, coerenza e responsabilità nei confronti dei propri interlocutori sindacali, nel solco della collaborazione che da sempre contraddistingue i rapporti con la rappresentanza dei manager del comparto».
Marco Ballarè, Presidente di Manageritalia, ha dichiarato: «Questo rinnovo rappresenta un passo fondamentale per rafforzare la competitività dell’intero comparto alberghiero e turistico, un settore strategico per l’economia nazionale e per l’immagine del nostro Paese nel mondo. Abbiamo lavorato per costruire un accordo equilibrato, che consenta ai dirigenti di recuperare parte degli effetti dell’inflazione degli ultimi anni senza gravare in modo eccessivo sulle imprese, già impegnate in un contesto di forte trasformazione e crescente complessità gestionale. Con la firma di oggi aggiungiamo un tassello importante al nostro impegno per valorizzare la leadership manageriale nell’ospitalità, puntando su welfare, qualità del lavoro e strumenti innovativi per accompagnare l’evoluzione del settore. Abbiamo voluto dedicare particolare attenzione anche al tema dell’invecchiamento attivo, riconoscendo il ruolo prezioso dei dirigenti senior che, attraverso percorsi strutturati di tutoraggio e mentoring, potranno trasmettere competenze ed esperienza alle nuove generazioni, contribuendo così alla crescita professionale e alla continuità del know-how nelle aziende alberghiere».
Monica Nolo, Vicepresidente di Manageritalia e Capo delegazione sindacale, ha proseguito:
«Questo contratto che viene siglato prima della scadenza è un gesto concreto che rafforza il ruolo della contrattazione e mette al centro la qualità del lavoro e delle relazioni sindacali moderne. È una scelta di responsabilità e visione: non solo si riconosce il valore della managerialità come elemento alla base dello sviluppo delle imprese, ma si guarda avanti investendo sul welfare e fornendo nuovi strumenti per accompagnare il ricambio generazionale in azienda: sono segnali politici e culturali di grande valore».
I punti chiave dell’accordo:
Aumenti retributivi
È stato convenuto un aumento mensile a regime di 690 euro lordi da corrispondere in tre tranche di pari importo (230,00 euro) che scatteranno il 1° gennaio di ogni anno, dal 2026 al 2028. Occorre, tuttavia, fare particolare attenzione alla clausola che disciplina la possibilità di non corrispondere gli aumenti contrattuali in presenza di eventuali elementi assorbibili, poiché occorre verificare non solo la condizione temporale (incrementi individuali riconosciuti dopo il 31 dicembre 2023) ma anche se sono stati operati degli assorbimenti in passato, con riferimento agli aumenti retributivi contrattuali previsti per il biennio 2024/2025. Facciamo qualche esempio:
- se nel corso del biennio 2024-2025 si è dato luogo ad assorbimenti per 350 euro, nel corso del triennio 2026-2028 potranno essere assorbiti non più di 340 euro (690-350).
- se si è dato luogo ad assorbimenti per 200 euro, nel corso del triennio 2026-2028 potranno essere assorbiti non più di 490 euro (690-200).
Si ricorda che assorbire gli aumenti contrattuali, in considerazione della loro funzione di recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni eroso dall’inflazione, non è un automatismo, ma un’opzione che i datori di lavoro possono decidere di esercitare o meno.
Retribuzione minima contrattuale mensile
Per effetto dei suddetti aumenti l’ammontare della retribuzione minima contrattuale mensile fissato in euro 3.090,00 a decorrere dal 1° luglio 2013, sarà incrementato come segue:
- a decorrere dal 1° gennaio 2026 il minimo contrattuale mensile è fissato in euro 3.320,00;
- a decorrere dal 1° gennaio 2027 il minimo contrattuale mensile è fissato in euro 3.550,00;
- a decorrere dal 1° gennaio 2028 il minimo contrattuale mensile è fissato in euro 3.780,00.
Vitto e alloggio
Le misure del vitto e dell’alloggio o eventuale indennità sostitutiva da corrispondersi in dodici mensilità sono state complessivamente incrementate di un valore pari a 110,00 euro mensili a decorrere dal 1° gennaio 2026. I nuovi importi sono pari a:
- euro 260,00 relativi al vitto
- euro 230,00 relativi all’alloggio.
Si ricorda che il servizio di vitto potrà essere fornito anche mediante buoni pasto, previe intese tra l’azienda e il dirigente.
Welfare
Dando continuità al precedente rinnovo è stato convenuto di rafforzare il welfare contrattuale attraverso il riconoscimento da parte delle aziende per il triennio 2026/2028 di un contributo annuo di 1.500 euro a dirigente che potrà utilizzarlo sempre tramite l’apposita Piattaforma del Cfmt (Centro di Formazione Management del Terziario). Contestualmente è stato previsto di arricchire l’offerta di servizi della Piattaforma al fine di garantire al dirigente il più ampio sostegno possibile sia nella sfera professionale sia nella sfera privata.
Nel caso in cui il dirigente a fine 2025 non abbia speso tutto o parte del credito welfare previsto dal precedente contratto potrà scegliere se rinviare il credito all’anno successivo oppure destinarlo al Fondo Mario Negri. In assenza di comunicazione in merito alla destinazione dell’importo welfare residuo lo stesso verrà riaccreditato nel 2026. Analogo trattamento sarà riservato ai crediti welfare non fruiti per gli anni 2026, 2027 e 2028.
È stato infine ridotto, per le annualità 2026, 2027 e 2028, il costo di gestione della Piattaforma Cfmt che passa dagli attuali 50 euro annui (suddivisi a metà tra azienda e dirigente) a 36 euro annui di cui 18 a carico azienda e 18 a carico dirigente.
Fondo Mario Negri
Anche per il triennio 2026/2028 il contributo aziendale al Fondo Mario Negri sarà adeguato di un importo pari a 29,61 euro annui per ciascun anno.
Come è noto, tale adeguamento è necessario per garantire al Fondo il rispetto del piano di riallineamento dal sistema a ripartizione a quello a capitalizzazione come imposto dalla normativa sulla previdenza complementare.
È stato inoltre convenuto di incrementare il contributo a carico del dirigente che dal 1° gennaio 2026 passerà al 2% (attualmente 1%) della retribuzione convenzionale annua fissata dal contratto (pari a 59.224,54 euro). Conseguentemente il contributo in questione diverrà pari a 1.184,49 euro annui (attualmente 592,25 euro annui).
Garanzia Infortuni Pastore
Come è noto l’Associazione Antonio Pastore ha attivato dal 2022 una polizza collettiva per la copertura di infortuni professionali ed extraprofessionali che ha sostituito le polizze infortunistiche individuali che le aziende erano tenute a stipulare ai sensi dell’attuale articolo 18 del ccnl. Ciò ha consentito, da un lato, un maggior rispetto dell’obbligo contrattuale e, dall’altro lato, una maggiore economicità per le imprese stesse.
Con il presente rinnovo è stato convenuto di incrementare il premio a carico delle aziende portandolo dagli attuali 410,00 a 560,00 euro annui per assicurato ed è stata introdotta una franchigia sui rimborsi relativi ad infortuni extra professionali di lieve entità.
Dirigenti a contribuzione ridotta
Sono state rimodulate e semplificate le agevolazioni contributive riconosciute alle aziende sul Fondo Mario Negri e sull’Associazione Antonio Pastore per favorire l’assunzione e la nomina di dirigenti. A decorrere dal 1° gennaio 2026 le agevolazioni non saranno più legate all’età e potranno essere usufruite solo una volta nell’ambito della carriera lavorativa del dirigente per un periodo massimo di 2 anni. I nuovi criteri si applicheranno anche ai temporary manager (cioé ai dirigenti assunti o nominati con contratto a termine).
Sempre con riferimento alle assunzioni/nomine intervenute a decorrere 1° gennaio 2026, l’agevolazione contributiva in base al reddito è stata confermata a titolo sperimentale per un anno con delle modificazioni, ferma restando la misura a favore delle aziende relativamente alla contribuzione al Fondo Mario Negri (riduzione a 300 euro annui).
Prima della scadenza del 31 dicembre 2026 le parti valuteranno la sostenibilità e l’efficacia dell’agevolazione in base al reddito, al fine di decidere se modificarla, prorogarla o abrogarla.
Invecchiamento attivo
Al fine di favorire il ricambio generazionale è stata introdotta una norma sperimentale che permetterà alle aziende di concordare a condizioni agevolate la permanenza dei dirigenti senior per lo svolgimento di funzioni di tutoraggio e mentoring. In pratica tale agevolazione consentirà alle aziende di applicare la contribuzione ridotta spettante per i dirigenti di prima nomina anche ai dirigenti di età anagrafica fino a 3 anni inferiore rispetto all’età pensionabile di vecchiaia (attualmente 67 anni) che siano cessati per qualsiasi motivo e accettino di stipulare un contratto a termine, anche a tempo parziale. L’agevolazione si applicherà per un massimo di 3 anni anche nel caso in cui la contribuzione ridotta sia stata utilizzata in precedenti rapporti di lavoro. In caso di cessazione anticipata del contratto a termine al dirigente spetterà un indennizzo pari alle mensilità comprese tra la data di cessazione e la data in cui il contratto avrebbe avuto termine.
Gravi patologie
È stato convenuto di riconoscere ai dirigenti affetti da gravi patologie invalidanti (con grado di invalidità pari almeno al 74%) il mantenimento della copertura sanitaria Fasdac per un massimo di 24 mesi, a carico del datore di lavoro, durante il congedo non retribuito che può essere richiesto in aggiunta alle tutele contrattuali già in essere in caso di malattia (art.1 della legge n.106/2025).
Formazione continua
Introdotto un impegno per i datori a sostenere anche iniziative di auto-formazione del dirigente.
Politiche attive per la ricollocazione
A decorrere dal 1° gennaio 2026 la tutela contrattuale finalizzata alla ricollocazione dei dirigenti sarà estesa ai casi di risoluzioni consensuali con contestuale riduzione a 2.000 euro (attualmente 2.500 euro) del contributo aziendale pro capite dovuto al Cfmt per l’attivazione di procedure di outplacement. Sono escluse dalla tutela le risoluzioni consensuali sottoscritte da dirigenti che alla data di cessazione abbiano compiuto i 64 anni di età che potrebbero, tuttavia, usufruire della normativa sperimentale sull’Invecchiamento Attivo.