Previdenza, basta allarmismi

Ambrogioni (Cida) critica le recenti strumentalizzazioni

“Basta alla gogna mediatica per i pensionati, in particolare per quelli con un assegno medio-alto. Il tema delle pensioni è troppo delicato per essere strumentalizzato in chiave elettorale. Non vogliamo che i pensionati siano ancora considerati dei bancomat della politica come è successo in questi anni”.
Così Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, risponde all’analisi pubblicata domenica dal Corriere della Sera, secondo cui ogni anno la spesa per la previdenza pubblica in Italia supera i contributi in entrata per 88 miliardi di euro. 
 
“Non ci riconosciamo nei numeri dell’articolo di Fubini – afferma Ambrogioni – i nostri dati dimostrano che la spesa pensionistica si sta stabilizzando. Questi titoloni ci sembrano un modo per destabilizzare, per creare allarmi ingiustificati. Per questo abbiamo deciso di lanciare un’operazione verità: convocheremo per metà febbraio alla Fiera di Milano gli Stati generali della silver economy, per spingere la politica verso una visione diversa, spiegare lo stato reale della situazione e raccontare quale è stato, in questi anni, il contributo dei seniores all’economia e al welfare italiano”.
  
Alberto Brambilla, presidente del Centro studi itinerari previdenziali ed esperto di riferimento delle organizzazioni della dirigenza in materia previdenziale, ritiene che “il dato degli 88 miliardi di disavanzo previdenziale non esiste, come dimostrano le cifre contenute nell’ultimo Rapporto (qui) che abbiamo presentato al Governo” e spiega che “l’Italia si fa male da sola nel quantificare insieme le spese per l’assistenza sociale e quelle per la previdenza”, evidenziando come “il vero problema sia quello dell’evasione, fiscale e contributiva, visto tra l’altro che il 50% dei pensionati italiani ha meno di 15 anni di contributi”.
 
Manageritalia organizza con Cida gli Stati generali della silver economy: un grande cantiere dove lavorare per trovare soluzioni complessive a problemi complessi; problemi che richiedono di difendere il potere d’acquisto, evitare la demagogia, promuovere l’avvento di una nuova cultura del welfare e del lavoro, elaborare una visione diversa dei seniores, per costruire il futuro della previdenza pensando ai giovani e non solo ai pensionati.

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