Intelligenza artificiale e managerialità

Un protocollo d’intesa firmato insieme alla Regione e una tavola rotonda sull’intelligenza artificiale come strumenti per crescere e competere

Favorire e accompagnare la transizione digitale e l’innovazione tecnologica, oltre a promuovere percorsi condivisi per migliorare la competitività delle imprese, soprattutto delle pmi, e nel contempo valorizzare le competenze, i saperi, il capitale umano e l’alta formazione del management, mettendo insieme istituzioni, imprese e manager per rilanciare la crescita nel territorio emiliano. Questi alcuni degli obiettivi del protocollo d’intesa firmato il 21 ottobre scorso in occasione dell’Assemblea di Manageritalia Emilia Romagna.

A sottoscrivere il protocollo d’intesa tra Regione Emilia Romagna e CIDA – Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità sono stati: Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali e per conto di CIDA Cristina Mezzanotte, Presidente Manageritalia Emilia Romagna alla presenza anche di Mario Mantovani, Presidente di Manageritalia.

«La Regione – ha spiegato l’assessore Colla  sta investendo sulle competenze una quantità di risorse mai viste prima, perché sappiamo che prima di qualsiasi manufatto vengono le teste. L’intesa interviene sul segmento di alte professionalità, talenti ai quali vogliamo offrire formazione all’altezza dei bisogni delle imprese e dei professionisti, per guidare la svolta del nostro tessuto produttivo garantendo sviluppo e buona occupazione. Un ulteriore tassello, dunque, in coerenza con la legge regionale per attrarre e trattenere talenti approvata quest’anno e che vuole rafforzare anche la capacità di relazione dei manager con le rappresentanze e il tessuto imprenditoriale».

«Attraverso questo protocollo – ha aggiunto Mezzanotte abbiamo un perimetro in cui sviluppare contenuti utili non solo ai nostri associati ma a tutte le realtà del territorio. La managerialità porta valore aggiunto e i manager sono i migliori ambassador per facilitare gli importanti processi d’innovazione e trasformazione digitale necessari nelle nostre aziende per essere competitivi nei mercati».

Mantovani ha infine commentato: «Grazie a questa firma siamo entrati in un dilago proficuo con le istituzioni: ci permette di collaborare, sfruttando appieno le risorse, senza rischiare di sprecarle o di sovrapporci».

Successivamente alla firma del protocollo d’intesa, la mattina è proseguita nel segno di Intelligenza artificiale. Quo vadis?, una tavola rotonda organizzata da Manageritalia Emilia Romagna e Assi (Associazione Specialisti Sistemi Informativi) e anticipata da interventi di Marco Bentivogli, coordinatore di Base Italia, e Giovanni Emanuele Corazza, professore ordinario Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”. Bentivogli, in particolare, ha messo in evidenza le caratteristiche peculiari della nuova intelligenza artificiale e come questa interagisce e trasforma i nuovi processi produttivi. L’intervento del prof. Corazza, invece, si è soprattutto soffermato sulle relazioni possibili tra intelligenza artificiale e creatività, a partire dalla definizione di creatività come processo.

Moderati da Jader Sabbi, vicepresidente Manageritalia Emilia Romagna, i due hanno poi riflettuto sull’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro, tra opportunità, rischi e grande attenzione che si deve dare alla formazione e all’etica insieme a Gianluca Giovannetti, direttore generale di Amadori; Michela Milano, professoressa ordinaria Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria, direttrice Centro Interdipartimentale Alma Mater Research Institute for Human-Centered Artificial Intelligence; Enrico Clerici, digital trasformation officier di Montenegro; Pierpaolo Cristaudo, senior director Head of Global Data Science – CRIF.

Michela Milano ha posto l’accento sull’importanza della formazione: «è fondamentale per guidare l’innovazione in modo che non ci travolga e deve essere rivolta non solo agli informatici, che la “maneggiano” tutti i giorni, ma anche a tutte quelle professioni che possono venire in contatto con l’ia anche laterlamente». Le ha fatto eco Gianluca Giovannetti, ricordando che «abbiamo certamente bisogno di stem e di competenze tech, ma senza lasciare indietro le soft skill».

Sempre parlando di formazione e competenze, Enrico Clerici e Pierpaolo Cristaudo hanno guardato alla componente umana: «La digitalizzazione in azienda va avanti grazie alle skill delle persone, però è importante lavorare su esse e sui processi». Ed è anche per questo che Ia tecnologia non minerà i posti di lavoro: «è un po’ come la macchina fotografica, che ha  sicuramente ridimensionato la pittura realista, ma non l’arte in sé. Anzi, ha dato vita a nuove correnti».

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