Lactalis crea innovazione: un progetto di successo

Il Gruppo di lavoro CreaInnovazione di Manageritalia Roma ha messo in piedi un’iniziativa di cui vi vogliamo parlare. Nell’ultimo anno sono state coinvolte imprese e organizzazioni in unclara pirovano progetto chiamato Creatività per l’innovazione.


Il progetto aveva un obiettivo preciso: verificare i risultati scaturiti dall’adozione di metodi e processi creativi in azienda, con un nuovo modo di lavorare e lo sviluppo di nuove competenze.

Il bilancio di questa iniziativa è decisamente positivo e ha confermato che le tecniche di creatività in percorsi guidati da consulenti esperti generano un forte impatto sia nella gestione delle risorse umane sia nell’approccio manageriale all’innovazione di prodotti e servizi.


Parliamo dunque di un modo concreto ed efficace per declinare il concetto di creatività e vogliamo raccontarvi attraverso una serie di interviste ai nostri referenti delle undici aziende che hanno aderito al progetto le storie di successo legate a questo percorso.


Ci confrontiamo oggi con Clara Pirovano, responsabile marketing del Gruppo Lactalis.


Cosa vi ha spinto a intraprendere un percorso di innovazione?


Volevamo passare dal 2 al 5% di prodotti innovativi e abbiamo deciso di avvalerci del contributo di un consulente creativo esterno – Raffaella Pederneschi – che ci aiutasse a far emergere e valorizzare le capacità personali per arrivare a proposte concrete.


Quale percorso avete eseguito e con quali obiettivi?


Abbiamo voluto mettere insieme competenze ed esperienze diverse, dal marketing all’ingegneria, dalla produzione alle vendite, per trarre valore da attitudini e interessi diversi. In questi gruppi sono stati i tecnici responsabili di linea che mi hanno dato la maggiore soddisfazione, grazie alla capacità di individuare cosa potesse essere implementato e cosa meno.

Uno dei temi affrontati è stato l’ideazione di prodotti che semplificassero la preparazione dei cibi in cucina. Ogni gruppo di lavoro aveva a disposizione una cucina e prodotti di base. Il modello prevede che per presentare l’idea di prodotto da realizzare questo venga descritto compiutamente su una scheda. L’obiettivo è di arrivare a idee implementabili. Oltre a 25 idee nuove abbiamo attivato un gruppo chiedendo di svilupparle. E dietro a ciascuna idea si rilevavano filoni su cui generarne altre. Filoni che presuppongono investimenti significativi con prodotti di rottura che richiedono impegni importanti, come la categoria dei salumi, dove siamo più impegnati nella ricerca di prodotti nuovi.


Quali sono i risultati tangibili che avete ottenuto?


Delle 25 idee generate da ogni gruppo oggi ne abbiamo implementate sette, un risultato particolarmente positivo. Questo investimento recupera il costo marginale. Abbiamo avuto idee che genereranno fatturato create da persone con funzioni diverse che hanno imparato durante il percorso a conoscersi e a lavorare meglio insieme.

È stato difficile realizzare le idee generate?

Alcune erano facilmente realizzabili. Le idee che sono andate più avanti nello sviluppo sono state quelle che rappresentavano delle evoluzioni più estetico-formali di aspetti esistenti. In altri casi il processo prevedeva più passi perché si presupponeva un’innovazione tecnologica da portare avanti e prima di far investire l’azienda era fondamentale esplorare dove quell’idea portava. Abbiamo scartato a malincuore l’idea di un formaggio pongo, divertente, tecnicamente fattibile e buono, in quanto abbiamo ritenuto di non proseguirne lo studio.


Continuerete a utilizzare metodi e processi creativi nelle vostre attività?


Sicuramente. Sul processo dell’innovazione attiva dovremo costituire almeno altri 6 o 7 gruppi di lavoro per poter mettere in condizione tutte le persone coinvolte su questo processo di avere gli stessi strumenti.

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