L’intervento del vicepresidente Manageritalia Simone Pizzoglio nel corso dell’ultima tappa del progetto “Turismo: Giovani – Imprese – Lavoro. Il Veneto verso Milano – Cortina 2026”, promosso da Manageritalia Veneto e Ciset
Nelle precedenti edizioni ci si è concentrati su giovani, risorse umane, innovazione. Oggi ci concentriamo su un tema decisivo e che davvero definisce il settore del Turismo: la trasversalità, e soprattutto sul ruolo della managerialità per darle forza, metodo e continuità.
Il turismo è, per definizione, trasversale: collega economia, cultura, ambiente, società. Dal 2023 l’Italia supera i 447 milioni di presenze, sopra i livelli pre-pandemia, con un saldo turistico nella bilancia dei pagamenti superiore ai 21 miliardi di euro. È una leva sempre più rilevante del Pil nazionale.
Il Veneto, come ha ricordato il presidente Fochesato, è protagonista assoluto: Venezia, le Dolomiti, il Lago di Garda, le città d’arte e i borghi, le eccellenze enogastronomiche, il mare. Pochi territori al mondo hanno una concentrazione di attrattori così forte. E proprio per questo il tema della gestione diventa cruciale.
Secondo i dati Istat, l’Italia conta oltre 32.000 alberghi e quasi 200.000 strutture extra-alberghiere. A questo si aggiunge un comparto ristorativo enorme, con circa 330.000 imprese tra ristoranti, bar, catering.
È un sistema frammentato, con moltissime micro e piccole imprese, spesso prive di figure manageriali stabili. Questo genera fragilità, ma anche un potenziale straordinario: se queste imprese potessero contare su più managerialità, il valore creato crescerebbe esponenzialmente.
Le evidenze sono chiare. Studi internazionali dimostrano che migliori pratiche manageriali aumentano la produttività d’impresa in ogni settore. Nel turismo ciò si traduce in occupazione più stabile, qualità del servizio, innovazione, sostenibilità.
Penso al revenue management negli alberghi, alla digitalizzazione dei canali di vendita, a una gestione HR capace di attrarre giovani e trattenerli con percorsi di crescita e anche alla strategia e alla gestione dei flussi con i destination manager.
Penso anche alla ristorazione, dove strategie di mercato e modelli organizzativi evoluti stanno facendo la differenza tra chi arretra e chi cresce.
Ma non basta. La trasversalità, tema di questo convegno, è la capacità di integrare mondi diversi: turismo con cultura, con sport, con eventi, con sostenibilità, con la produzione delle nostre eccellenze enogastronomiche.
La trasversalità è la cifra del turismo del nostro tempo, ma senza managerialità resta uno slogan. Servono manager per trasformare visioni in processi, per tradurre obiettivi in KPI, per far dialogare soggetti diversi.
Penso all’appuntamento di Milano-Cortina 2026, che richiede non solo infrastrutture, ma governance, pianificazione dei flussi, capacità di comunicazione e di coinvolgimento.
Il turismo porta ricchezza, ma anche pressioni. L’overtourism è sotto gli occhi di tutti, ed è quasi pleonastico dirlo qui a Venezia.
La recente sperimentazione del contributo d’accesso è un primo passo, ma non basta.
Servono strumenti manageriali per misurare, pianificare, distribuire i flussi, innalzare la permanenza media e il valore per visitatore.
Accanto a questo c’è la sfida della sostenibilità: ridurre sprechi alimentari, efficientare consumi energetici, privilegiare fornitori locali, promuovere mobilità green. Tutto questo non è più opzionale: è la condizione per rimanere competitivi.
Le opportunità non mancano. Il Pnrr e i fondi regionali sostengono la digitalizzazione e la riqualificazione. L’innovazione tecnologica rende accessibili strumenti di gestione dati e di pricing dinamico anche a piccole strutture.
Milano-Cortina 2026 sarà, sono sicuro, la vetrina per mostrare un turismo italiano capace di integrare crescita, managerialità e sostenibilità. E il Veneto e Venezia, laboratorio globale di gestione dei flussi, possono essere il modello per tutto il Paese.
Come comunità di manager, crediamo che serva un piano nazionale per la crescita delle competenze manageriali nel turismo.
Non basta avere tante imprese: servono imprese ben gestite. Questo significa più manager nei processi chiave, più formazione per giovani e imprenditori, più reti tra Pmi per condividere servizi manageriali. La trasversalità si concretizza se esiste la capacità di governarla.
Il turismo italiano è forte, ma è fragile se resta frammentato e poco gestito. Managerialità e trasversalità insieme possono trasformarlo in un motore non solo di crescita numerica, ma di valore duraturo per imprese, territori, comunità.
I manager non sono un costo: sono un investimento. Un investimento che ripaga nei bilanci delle imprese, nella qualità dell’esperienza per i turisti e nella vivibilità per i residenti.
Oggi, da qui, da Venezia, capitale mondiale del turismo e banco di prova per la sostenibilità, possiamo lanciare un messaggio chiaro: più managerialità e più manager per un turismo più forte, produttivo e sostenibile.
