Trend retributivi: fermi al palo?

La busta paga dei manager nel 2021 presenta poche novità rispetto all’anno precedente. Una fotografia delle variazioni, dei settori e dei trend

Nel 2021 ci troviamo purtroppo a parlare di stipendi medi con la stessa salsa del 2020.

Cambiamento del management italiano a livello privato con forte ricambio generazionale, stabilità a livello retributivo e peso della pandemia sono i principali aspetti per i quali le retribuzioni in generale, ma nello specifico quelle manageriali, sono ferme al palo. Una situazione ulteriormente aggravata dall’andamento dell’inflazione, che ha ripreso a crescere, seppur con tassi calmierati, determinando un diffuso calo del potere d’acquisto negli ultimi anni.

La dinamica retributiva del 2021
Secondo lo studio condotto dall’Osservatorio JobPricing per Manageritalia, negli ultimi anni non c’è stato alcun cambio di rotta: dal 2015 ad oggi le retribuzioni di tutte le qualifiche professionali, manager compresi, si sono mantenute sul medesimo livello.

La stagnazione del 2021 ha un impatto anche sui livelli retributivi dei manager: si registra un calo retributivo dell’1,3%, dinamica probabilmente legata a un cambiamento occupazionale tra la popolazione dei dirigenti, la quale ha visto uscire i senior con retribuzioni molto più sostanziose dei loro successori più giovani. La retribuzione media dei quadri invece è identica a quella registrata nel 2020.

La retribuzione media di un dirigente nel 2021 è pari a 101.649 euro lordi annui, quella di un quadro a 54.519 euro. La componente variabile dei manager, a integrazione della retribuzione fissa, è pari a 18.081 euro per i dirigenti, che nel 2021 hanno percepito una quota variabile (poco più del 62%), mentre la quota media percepita dai quadri è di 4.729 euro (spettante a circa il 52%; tabelle 1 e 2).

Nel 2021, seguendo una tendenza iniziata lo scorso anno per effetto della pandemia, la maggior parte del mercato è stata penalizzata in termini di retribuzione variabile: nel 2021, come nel 2020, è stato rilevato un drastico calo nel numero di lavoratori che hanno la retribuzione variabile e nel suo ammontare. Una dinamica che ha impattato sia sull’ammontare sia sul numero di percettori, in particolar modo per i quadri.

Se negli anni pre-pandemici la quota variabile ha assunto sempre maggiore peso economico nel cosiddetto compensation mix, gli ultimi due anni hanno visto una battuta d’arresto significativa (tabella 3).

Dimmi dove lavori e ti dirò il tuo stipendio giusto
Nel mercato sono i servizi finanziari il settore che “paga meglio” i manager, in maniera netta tra i dirigenti; tra i quadri invece il livello retributivo nel segmento finanziario è allineato a quello dei “pari qualifica” dei settori industriali e delle utility. L’agricoltura, al contrario, rimane il settore con la retribuzione media manageriale più contenuta. Prendendo a riferimento il periodo dal 2015 al 2021, i servizi finanziari si sono guadagnati la palma del settore con la migliore tenuta retributiva, mentre quello edilizio ha registrato un calo sia fra i dirigenti sia fra i quadri (tabella 4).

Oltre al settore, il fattore che influenza di più la differenza di stipendio medio è la dimensione dell’azienda: il delta fra una micro e una grande impresa è di oltre circa 17.000 euro lordi nel caso dei dirigenti e di circa 6.000 euro lordi nel caso dei quadri (tabella 5).

La retribuzione dei manager, quindi, aumenta con la dimensione dell’azienda, dinamica “storica” del mercato retributivo italiano. Si può tuttavia osservare una differente gradualità fra le due qualifiche manageriali: il livello retributivo dei quadri è ben inferiore nelle piccole imprese, ma dalla media impresa in su si stabilizza su un livello di 55/56mila euro lordi annui, mentre fra i dirigenti esiste una netta separazione tra i livelli retributivi delle piccole (intorno ai 95mila euro), medie (tra 100 e 103mila euro) e grandi imprese (circa 112mila euro lordi annui). Dal 2015 ad oggi sono le piccole imprese ad avere avuto i migliori trend: per una categoria come quella dirigenziale, in evidente e diffuso calo retributivo rilevato anche nel 2021, i dirigenti delle piccole aziende hanno visto aumentare le proprie retribuzioni di un paio di punti percentuali. I trend retributivi fra i quadri sono invece positivi per qualsiasi segmento dimensionale, ma la crescita più consistente spetta a quelli di aziende oltre i 250 dipendenti.

Le funzioni aziendali
Prendendo in considerazione la famiglia professionale, escludendo il vertice aziendale da questa analisi (il cui stipendio fisso in media si attesta a circa 117mila euro lordi annui), la funzione HR è quella in cui i dirigenti sono in media meglio retribuiti (€ 101.931 lordi annui), con le funzioni legate alle operation (produzione, area tecnica e qualità), che presentano livelli più bassi rispetto a quelle di staff, vendite e marketing. Ciò è dovuto principalmente alla minore diffusione delle figure manageriali in ambito risorse umane in generale, ancor più con qualifica dirigenziale se non in aziende di medio-grandi o grandi dimensioni e multinazionali (tabella 6).

Fra i quadri il livello retributivo medio è invece più uniforme tra le funzioni: si osserva un livellamento tra 51mila e 55mila euro, dal quale si distingue solamente la funzione vendite, quella meglio remunerata nel mercato (oltre 58mila euro lordi annui). I ruoli manageriali legati all’area vendite si distanziano in positivo dalle altre funzioni anche per la quota di retribuzione variabile percepita, sia che si tratti di dirigenti sia di quadri.

I manager sono soddisfatti del loro stipendio?
A fronte di una valutazione complessivamente negativa (4,1 punti su 10), la soddisfazione media di dirigenti e quadri si posiziona sopra la soglia della soddisfazione posta a 5 punti (5,9 per i dirigenti, 5,2 per i quadri), in linea con lo scorso anno per i dirigenti, in calo di 0,4 punti per i quadri (tabella 7).

È interessante rilevare come la popolazione manageriale esprima in generale giudizi positivi rispetto all’equità interna, ossia alla percezione di essere pagati in modo equo rispetto agli altri colleghi, ma anche alla competitività esterna, ossia la percezione di essere pagati in linea con coloro che in aziende simili ricoprono lo stesso ruolo. Si può rilevare invece come sia inferiore, ma soprattutto in calo, la percezione di essere pagati conformemente al reale raggiungimento degli obiettivi aziendali (indice di performance e retribuzione, -0,5 sia per i dirigenti sia per i quadri, tabella 8).

La sola presenza di una quota fissa della retribuzione è associata a un livello di soddisfazione decisamente basso, ed è così anche per i manager (pochi in realtà quelli che hanno solo la quota fissa di retribuzione). La presenza di ulteriori elementi di reward in aggiunta alla retribuzione fissa, anche quando legati al raggiungimento di obiettivi, determina un innalzamento significativo della soddisfazione dei manager e in particolare dei quadri. In generale, più il pacchetto di reward è diversificato, più la soddisfazione delle persone cresce in maniera significativa (tabella 9).







Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca