Sostenibilità: focus con Veronica Pamio (Aeroporti di Roma)

Storie, strategie e obiettivi: come declinare nel lavoro le sfide di un futuro sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. La parola ai manager e a chi fa l'impresa

Per favorire lo sviluppo di un futuro davvero sostenibile a livello economico, sociale e ambientale raccogliamo esperienze, storie, risultati e obiettivi futuri dalla viva voce dei manager e di chi fa l’impresa: un modo per andare oltre la Csr, con una forte e diffusa responsabilità a tutto campo. Oggi ne parliamo con Veronica Pamio, Vice President External Relations and Sustainability di Aeroporti di Roma.

La pandemia ha portato ancora più all’ordine del giorno il tema della sostenibilità: com’è cambiato il mondo della CSR in questi ultimi due anni?
«La pandemia ha rappresentato un momento di severa crisi per il trasporto aereo; tuttavia, ha anche offerto al settore l’opportunità di accelerare su sostenibilità e innovazione, elementi imprescindibili per disegnare una strategia orientata a un futuro sempre più virtuoso e all’avanguardia. Inoltre ha reso palese l’importanza della Csr: le aziende che da tempo avevano integrato la dimensione sociale e ambientale nei propri obiettivi di business hanno mostrato maggiore capacità di reazione all’emergenza sanitaria.
Aeroporti di Roma ha colto questa opportunità, rafforzando un piano di intervento ed una pipeline progettuale già maturi, consistenti e coerenti con il contesto internazionale, promuovendo ancor più l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità degli aeroporti. Vogliamo imprimere una svolta radicale, partecipando proattivamente al cambiamento in atto, proiettandoci verso una “pista” sostenibile, innovativa e che garantisca il “decollo” della connettività del futuro».

In cosa consiste il suo ruolo, come viene declinato nel suo settore professionale e quali sono le sfide concrete del suo lavoro quotidiano?
«Quella che ricopro è una posizione che mi coinvolge in quotidiane sfide legate alle tre aree di cui ho responsabilità: relazioni istituzionali, comunicazione e a sostenibilità.
Quest’ultima è senza dubbio l’area per cui, in questo momento storico, è richiesto un salto di qualità importante; un ambito sostanziale su cui l’azienda investe da tempo e in cui crede molto, tanto che, nonostante la crisi, invece di fermarci abbiamo avviato nuovi progetti.
Per Aeroporti di Roma la sostenibilità è un mondo variegato e complesso e si regge su tre pilastri: persone, ambiente e sviluppo, strettamente legati tra loro in una logica circolare dal più ampio concetto di inclusività. Coerentemente con questa visione, il piano di sostenibilità dell’azienda si fonda sulla centralità delle persone (dipendenti, passeggeri, fornitori, comunità ecc.), sulla sostenibilità ambientale delle operazioni e sullo sviluppo economico e sociale sostenibile dell’azienda e dei territori. È composto da circa 150 progetti con cronoprogrammi ben definiti che richiedono un monitoraggio costante, il relativo reporting e la mappatura delle best practice nazionali e internazionali».

Quali sono i trend di settore? Quali sfide e criticità, se ci sono state, ha dovuto affrontare la sua azienda?
«Il 2021 si conferma un anno ancora difficile e le previsioni indicano una ripresa del traffico a livelli pre-pandemia solo nel 2024-2025. Stiamo cercando di rivitalizzare il traffico internazionale a maggior valore aggiunto per il Paese e, grazie anche all’intensificazione della campagna vaccinale nazionale, ci auguriamo di recuperare un volume di traffico apprezzabile già con la prossima stagione estiva. Sono stati due anni davvero impegnativi.
Con l’arrivo del Covid abbiamo attivato una serie di misure per assicurare l’operatività dello scalo garantendo sicurezza e confort a passeggeri e lavoratori, che sono valse molti riconoscimenti internazionali e che hanno fatto di Fiumicino uno degli aeroporti più accreditati al mondo nel contrasto al Covid.
Allo stesso tempo, ADR ha continuato a rispondere alle sfide della crisi sanitaria ponendosi al fianco delle Istituzioni e del Paese nella diffusione della campagna vaccinale, con l’apertura dell’hub vaccini dell’aeroporto di Fiumicino, gestito insieme a Regione Lazio, Istituto Spallanzani e Croce Rossa Italiana».

Perché a un’azienda conviene investire in responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità?
«L’emergenza sanitaria lo ha dimostrato: le aziende già impegnate sul fronte della sostenibilità e della Crs sono riuscite ad adattarsi più velocemente ai cambiamenti imposti dalla pandemia, mostrando maggiore resilienza. Sin dalle prime fasi del periodo emergenziale, queste aziende sono state in grado di mettere in atto misure efficaci, soprattutto per contenerne gli impatti sociali.
È comunque in atto un profondo cambiamento culturale: oggi la società globale guarda alle realtà locali, alla persona e ai suoi valori, alle gravi condizioni ambientali della Terra. Le persone stanno cambiando abitudini, aspettative ed esigenze, e le aziende devono assolutamente tenere conto di questa nuova consapevolezza. Lo strumento migliore per mettere in atto questi cambiamenti è proprio la responsabilità sociale: l’integrazione tra questioni etiche, sociali e ambientali nelle proprie strategie è un processo che dà all’azienda la possibilità di soddisfare le aspettative di un pubblico crescente e sempre più diversificato, in termini di attenzioni e necessità.
Inoltre, la direzione che stanno prendendo le policies europee, mi riferisco ad esempio al Next Generation EU, al Green New Deal, alla tassonomia, renderanno sempre più imprescindibile non solo per la reputazione dell’azienda, ma anche per l’attrattività sui mercati, la possibilità di dimostrare il valore aggiunto – e non solo la produttività – delle proprie politiche di sostenibilità».

In concreto, quali sono i principali progetti in tema di CSR e sostenibilità che avete portato a termine negli ultimi anni in azienda?
«Siamo attivi su più fronti: la decarbonizzazione, l’innovazione, la lotta al covid… un impegno che ci è valso numerosi premi e riconoscimenti relativi alla sostenibilità assegnati dall’Organizzazione Mondiale del Turismo e da ACI, come l’Airport Service Quality Award e lo Europe Best Airport Award (quest’ultimo vinto per quattro volte consecutive).
La decarbonizzazione è una questione centrale per la nostra strategia: abbiamo infatti anticipato al 2030 il totale azzeramento delle emissioni di CO2 e siamo stati i primi in Europa a ottenere la certificazione ACA4+, la più elevata in materia di riduzione di gas serra.
Per investire sull’innovazione, con Plug and Play abbiamo lanciato una call4ideas internazionale su digitalizzazione e transizione digitale, e con Lventure Group a breve svilupperemo un incubatore per startup le cui idee e progetti riguarderanno il trasporto aereo e il mondo degli aeroporti. Inoltre, siamo attivi su progetti di Urban Air Mobility: abbiamo fondato Urban Blue (insieme a: Aeroporto di Venezia, Aéroports de la Côte d’Azur e Aeroporto di Bologna) che già dal 2024 collegherà Fiumicino con la Capitale attraverso i “taxi” elettrici a decollo verticale grazie ai cosiddetti vertiporti.
Come raccontavo, abbiamo poi attuato una strategia efficace e proattiva per gestire la crisi pandemica: Fiumicino, infatti, è stato il primo aeroporto al mondo a ottenere il rating di «Covid-19 5 stars» da Skytrax e la certificazione del sistema di gestione Biosafety da Rina per le misure di contrasto alla pandemia.
Ma sostenibilità, per ADR, è anche attenzione verso i propri dipendenti, la comunità aeroportuale e locale. In quest’ottica abbiamo attivato numerose iniziative culturali e benefiche per dare risposte concrete ai bisogni delle persone sotto l’aspetto individuale e familiare, grazie ad accordi stipulati con diverse Istituzioni e associazioni».

Per quanto riguarda il prossimo biennio, in quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la sua azienda sarà coinvolta? Avete già dei progetti definiti su cui intendete impegnarvi?
«Crediamo che il settore dell’aviazione possa e debba contribuire alla transizione ecologica in atto, per questo nell’ultimo anno e mezzo abbiamo integrato completamente la sostenibilità nel modello di business. Con la Carta degli Impegni per la sostenibilità ci siamo impegnati a dare il nostro contributo a dieci dei diciassette SDGs dell’Agenda 2030 dell’Onu. Le aree sulle quali ADR intende concentrare il proprio impegno nel breve-medio periodo sono le persone, la lotta al cambiamento climatico, l’economia circolare, le infrastrutture green e lo sviluppo economico del Paese e del territorio. 
Uno dei nostri obiettivi più sfidanti è l’azzeramento delle emissioni di C02 entro il 2030. Per farlo punteremo sulle energie rinnovabili con l’installazione in aeroporto di un impianto fotovoltaico; sulla mobilità sostenibile e sull’intermodalità, con l’installazione di una rete di colonnine di ricarica elettrica per la mobilità aeroportuale; sulle infrastrutture “green” con l’adozione dei più elevati standard di sostenibilità, sia per la realizzazione di nuove infrastrutture, sia per la ristrutturazione di quelle già esistenti e minimizzando il consumo di suolo. Siamo anche impegnati per assicurare già nei prossimi mesi carburanti ecosostenibili alle compagnie aeree, anche in questo caso in anticipo rispetto ai tempi previsti a livello internazionale. Vogliamo infine collaborare allo sviluppo dell’economia circolare nella gestione dei rifiuti, dell’acqua e dei cantieri.
Senza dubbio, tra i nostri impegni al momento centrali c’è poi l’SDG 3 (salute e benessere): come già ricordato, siamo al fianco delle Istituzioni nella diffusione della campagna vaccinale, al servizio dell’intero Paese, non solo delle nostre persone e dei nostri passeggeri».

CSR e sostenibilità: come capire quando è solo un’operazione di marketing?
«La Corporate Social Responsibility è un concetto fortemente dibattuto e variamente definito. Se intesa come un nuovo approccio strategico alla gestione d’impresa, ossia come innovazione per raggiungere la sostenibilità dell’azienda e del relativo network, non può poi tradursi in una mera operazione di marketing. Ad oggi esistono numerosi strumenti per verificare se un’azienda si stia impegnando in un vero processo di cambiamento oppure no: se si lavora su progetti concreti che mirano a centrare obiettivi definiti, seguendo un’agenda serrata e con il coinvolgimento diretto degli stakeholder, il rischio del marketing fine a se stesso viene azzerato.
Consultando la Carta degli Impegni (che contiene KPIs specifici e verificabili) e i progetti che costituiscono il Piano di Sostenibilità aziendale si può sempre monitorare quali obiettivi vengono effettivamente raggiunti. Inoltre, Aeroporti di Roma è stato il primo – e ad oggi unico – gestore aeroportuale al mondo a lanciare un Sustainability-Linked Bond, che collega direttamente il costo del debito ai risultati di sostenibilità effettivamente raggiunti.
La sensazione che in alcuni casi possa trattarsi di mere operazioni di marketing deriva probabilmente dal fatto che il termine “sostenibilità”, fino a poco fa quasi sconosciuto o semplicemente identificato con le attività di miglioramento ambientale, è oggi ormai abusato, al punto da rischiare di apparire come un concetto vuoto ma indispensabile in qualsiasi documento interno o comunicazione verso l’esterno. Credo che questo eccesso di comunicazione sia comunque un passaggio essenziale per l’interiorizzazione di una volontà comune di accedere a tutti i principi della sostenibilità: assicurare un futuro al nostro Pianeta attraverso il rispetto delle risorse naturali, migliorare la qualità della vita delle persone e garantire efficienza economica e reddito alle imprese, trovando il giusto equilibrio tra i principi Esg».

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