Sostenibilità: focus con Teresa Agovino (Faroo)

Storie, strategie e obiettivi: come declinare nel lavoro le sfide di un futuro sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. La parola ai manager e a chi fa l’impresa

Per favorire lo sviluppo di un futuro davvero sostenibile a livello economico, sociale e ambientale raccogliamo esperienze, storie, risultati e obiettivi futuri dalla viva voce dei manager e di chi fa l’impresa: un modo per andare oltre la Csr, con una forte e diffusa responsabilità a tutto campo. Oggi ne parliamo con Teresa Agovino, ingegnere ambientale, consulente di turismo sostenibile e fondatrice di Faroo.

Agovino è anche ambassador del Sustainability & Circular Economy Lab, l’iniziativa sulla sostenibilità di Manageritalia Emilia Romagna e Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna*.

Gli obiettivi principali sono quelli di studiare e pubblicare di progetti ricerca applicativa, attivare corsi di formazione, webinar e workshop, che vedano coinvolti i manager in tavoli di lavoro comune con il mondo accademico, i centri di ricerca, gli hub di innovazione.

In ultimo ma non di minore importanza, verrà dato spazio ai giovani neo laureati e laureandi interessati a intraprendere un percorso lavorativo su questi temi. Per diffondere le più significative best practices manageriali ed imprenditoriali è nato il Lab Ambassador, un programma di interviste periodiche a persone che per lavoro o per passione, si occupano da anni, con successo, di questi di sostenibilità e circular economy.

La pandemia ha portato ancora più all’ordine del giorno il tema della sostenibilità: com’è cambiato il mondo della CSR in questi ultimi due anni?
«È vero, gli ultimi anni hanno davvero rivoluzionato il mondo della CSR. Due sono le ragioni: prima di tutto è cresciuta esponenzialmente l’attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale; secondariamente la pandemia ha stravolto le abitudini di lavoro costringendo tantissime persone all’home working. Pertanto, se da un lato le aziende hanno iniziato a interessarsi sempre di più alla sostenibilità ambientale e sociale, dall’altro hanno dovuto ricercare delle modalità non usuali per dare forma alla loro CSR e coinvolgere i dipendenti non fisicamente presenti nello stesso ufficio».

In cosa consiste il suo ruolo, come viene declinato nel suo settore professionale e quali sono le sfide concrete del suo lavoro quotidiano?
«Sono un ingegnere ambientale e ho sempre lavorato nella cooperazione internazionale: ho realizzato progetti a supporto delle comunità locali, soprattutto nel Sud del mondo, dove ho visto con i miei occhi gli effetti del turismo di massa. Dopo un approfondimento con le Nazioni Unite, sono quindi diventata consulente di turismo sostenibile: il mio lavoro consiste nel certificare la sostenibilità di strutture turistiche e operatori del settore.

Ma non solo: il desiderio di generare un impatto sempre più grande mi ha spinta a creare Faroo, il primo tour operator di turismo sostenibile per le aziende. In Faroo organizziamo team building che influenzano positivamente il territorio e le comunità locali; ogni azienda ha così la possibilità di perseguire la sua CSR in maniera innovativa, offrendo ai dipendenti la possibilità di praticare davvero la sostenibilità e di conoscere l’impatto che viene generato dalle proprie azioni: a team building terminato, infatti, viene rilasciato l’attestato di sostenibilità che certifica i kg di C02 risparmiati, le persone coinvolte, le ore di formazione sul campo erogate ed altri indicatori di sostenibilità ambientale e sociale. È un vero e proprio circolo virtuoso che fa del bene agli operatori turistici, alle aziende e all’ambiente».

Quali sono i trend di settore? Quali sfide e criticità, se ci sono state, ha dovuto affrontare la sua azienda?
«Senza dubbio i consumatori sono sempre più attenti alla digitalizzazione dei viaggi e alla sostenibilità degli operatori turistici; si tratta di trend interessanti, che però necessitano di un percorso abbastanza lungo per esplicarsi a pieno. Nello specifico, rendere più snelli e digitali i processi di acquisto e fruizione dei servizi turistici esige un lavoro congiunto da parte di diversi stakeholders quali Pubblica Amministrazione, operatori turistici e territori. Perché si possa parlare appieno di sostenibilità, poi, è necessario che gli attori di cui sopra cooperino: gli stakeholders pubblici dovrebbero incentivare gli operatori turistici ad una sempre maggiore sostenibilità; gli operatori turistici dovrebbero modificare o virare i propri business tenendo conto degli impatti negativi del turismo sull’ambiente e le comunità sociali; i consumatori dovrebbero scegliere destinazioni e servizi sulla base dell’attenzione e del rispetto dei territori e delle persone.
Faroo risponde perfettamente ad entrambi i filoni: offre infatti soluzioni tecnologiche e sostenibili alle aziende che desiderano fare CSR e, in futuro, anche ai viaggiatori. Prima che diventino di uso comune, però, c’è ancora tanta strada da fare: è per questo che ci impegniamo nella sensibilizzazione dei diversi attori».

Perché a un’azienda conviene investire in responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità?
«Davvero per tantissime ragioni. Anzi, se dovessi rispondere alla domanda inversa penso che non riuscirei a trovare neanche una buona ragione, seria e di lungo periodo, per cui valga la pena non investire in CSR.
Investire in CSR non vuol dire solo guardare ai motivi ambientali, sociali ed economici; significa rispondere all’esigenza individuale e collettiva, sempre più sentita, di fare del bene. Se però questo non ci interessa più di tanto, ricordo che la CSR è anche conveniente: ridurre il proprio impatto ambientale efficientando i processi, riducendo gli sprechi e ricorrendo a fonti rinnovabili significa anche limitare i costi aziendali in termini di bollette, risorse e materie prime. A questo si aggiungono poi un migliore posizionamento sul mercato e la possibilità di raggiungere quella fascia di consumatori, sempre più ampia, che sceglie le aziende sulla base del reale impegno ambientale e sociale».

Per quanto riguarda il prossimo biennio, in quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la sua azienda sarà coinvolta? Avete già dei progetti definiti su cui intendete impegnarvi?
«Con Faroo agiamo sia sulla sostenibilità ambientale che su quella sociale: organizzando esperienze di team building a stretto contatto con operatori locali da un lato educhiamo alla sostenibilità i dipendenti delle aziende attraverso il coinvolgimento attivo, e dall’altro supportiamo tutto quel tessuto turistico (accommodation e fornitori di attività) che si impegna realmente, e con dedizione, nel ridurre l’impatto negativo delle esperienze turistiche offerte. Per il futuro abbiamo tantissimi progetti che ci vedranno lavorare a stretto contatto con il territorio e le comunità locali per contribuire alla lotta al cambiamento climatico (SDG 13), favorire la creazione di reti di consumo sostenibile e responsabile (SDG 12) e ridurre l’impronta ambientale delle strutture turistiche efficientandone la produzione di energia elettrica (SDG 7) e supportandoli nella realizzazione di progetti di conservazione del territorio (SDG 15) e protezione degli ecosistemi mari (SDG 14). L’obiettivo è quello di poter lavorare quanto prima anche all’estero, soprattutto nel Sud del mondo, in modo da poter agire in modo più netto anche su altri SDG legati alla formazione (SDG 4), all’empowerment delle donne (SDG 5) e al miglioramento della qualità di vita delle comunità locali (SDG 8)».

Pubblico e privato possono collaborare per raggiungere un obiettivo comune?
«Assolutamente sì. Anzi, devono allenarsi a farlo sempre di più e in maniera sempre più propositiva e costruttiva. Non parlo solo di partenariati pubblico-privati, ma anche di percorsi di co-creazione e co-partecipazione nell’ambito di tutti quei processi che coinvolgono più stakeholders e che necessitano di più voci per una corretta ideazione. Sono tantissimi gli esempi, italiani e non, di eccellenti collaborazioni tra pubblico e privato che hanno dato vita a progetti virtuosi. Pensiamo ad esempio al caso Chiara.Eco di Bologna che ha visto migliaia di cittadini e cittadine unirsi nei movimenti per il clima e spingere le amministrazioni locali ad agire contro il cambiamento climatico: attraverso un percorso condiviso fatto di incontri, scambi di best practices, training e confronto sono giunti insieme alla modifica dello statuto comunale che ha riconosciuto la tutela del clima tra gli obiettivi programmatici e la necessità di una continua partecipazione collettiva nei processi negoziali. Un’ottima vittoria e un’eccellente best practice, direi».

CSR e sostenibilità: come capire quando è solo un’operazione di marketing?
«Senza dubbio partirei dalla comunicazione e dalle modalità utilizzate. Messaggi troppo altisonanti, spesso privi di significato e che fanno ricorso a slogan ad effetto dovrebbero essere i primi segnali di allarme. A questo aggiungerei la mancanza di corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto fatto, e l’assenza di una reale mission e partecipazione umana al tema della sostenibilità. Ritengo che la sostenibilità sia prima di tutto una scelta individuale derivante da una presa di coscienza e da un’introspezione importante: chi non ha intrapreso questo percorso di consapevolezza e valutazione della propria impronta, difficilmente riuscirà a rendere sostenibile la propria azienda. Il massimo che potrà fare è dare una pennellata di verde destinata a sbiadire».

* Sustainability & Circular Economy Lab è il progetto siglato da Manageritalia Emilia Romagna e Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna nel 2020 per promuovere le strategie di sostenibilità e la circular economy. Gli obiettivi principali sono sviluppare e pubblicare progetti di ricerca applicata, attivare corsi di formazione, webinar e workshop, che vedano coinvolti i manager in tavoli di lavoro comune con il mondo accademico, i centri di ricerca, gli hub di innovazione. C’è poi ampio spazio per i giovani neo laureati e laureandi interessati a intraprendere un percorso lavorativo su questi temi. Con Lab Ambassador si fa informazione, cultura e storytelling di best practice manageriali e imprenditoriali.

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