Sostenibilità: focus con Giuseppe Milici (Deloitte)

Storie, strategie e obiettivi: come declinare nel lavoro le sfide di un futuro sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. La parola ai manager e a chi fa l'impresa

Per favorire lo sviluppo di un futuro davvero sostenibile a livello economico, sociale e ambientale raccogliamo esperienze, storie, risultati e obiettivi futuri dalla viva voce dei manager e di chi fa l’impresa: un modo per andare oltre la Csr, con una forte e diffusa responsabilità a tutto campo. Oggi ne parliamo con Giuseppe Milici, director in Deloitte Audit & Assurance – Sustainability Services in Italia.

La pandemia ha portato ancora più all’ordine del giorno il tema della sostenibilità: com’è cambiato il mondo della CSR in questi ultimi due anni?
«La pandemia è stata un evento estremo, e come tutti gli eventi estremi non ha fatto altro che amplificare e accelerare quando già era stato avviato qualche anno fa, in particolare dopo la Cop21 e l’EU Green Deal. In parte ha spostato l’attenzione sui temi della salute e delle differenze sociali, che durante fenomeni di questo tipo possono accentuarsi, rispetto al clima. Tuttavia gli altri eventi climatici degli ultimi mesi, la Cop26 e tutte le iniziative ad essa collegate ci hanno poi rimesso di fronte alla necessità di agire velocemente per il clima e per l’ambiente. È evidente che non c’è più tempo: è necessario che ognuno faccia la propria parte prendendo impegni concreti e responsabilità».

In cosa consiste il suo ruolo, come viene declinato nel suo settore professionale e quali sono le sfide concrete del suo lavoro quotidiano?
«Il mio ruolo, come quello di tutti i miei colleghi che si occupano di ESG, è quello di guidare le imprese nel gestire il cambiamento di cui stiamo tutti facendo parte, in alcuni casi supportandoli nella definizione di strategie e piani di sostenibilità e nella loro attuazione, in altri nell’affrontare tematiche più specifiche come possono essere quelle legate alla carbon neutrality, o alla finanza sostenibile. Se guardiamo alle sfide, le stesse sono diverse, per lo più relative ai diversi settori dove le imprese operano: ognuno di essi presenta necessità e peculiarità, da trattare con un approccio ad hoc. Ogni incarico va affrontato dalla giusta angolazione, per rispondere nella maniera più efficace alle richieste dei nostri clienti. Per questo anche come team ci siamo evoluti nel tempo acquisendo capacità sempre più specialistiche che possano offrire servizi ormai strategici per le imprese».

Perché a un’azienda conviene investire in responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità?
«Perché sostenibilità, strategia e sviluppo d’impresa sono legati a filo doppio. Dobbiamo superare la vecchia concezione di CSR come qualcosa di “accessorio” al core business: la sostenibilità va intesa come un processo strategico che interessa tutte le aree aziendali e deve necessariamente avere un forte committment da parte del management. Anche il regulator, a livello europeo e nazionale, ha più volte sottolineato la necessità di integrare gli aspetti Esg con il business model e la strategia dell’impresa. La valutazione di rischi e opportunità legate al cambiamento climatico e come gli stessi possano impattare l’organizzazione dal punto di vista finanziario sono azioni necessarie per perseguire una crescita di lungo periodo e la creazione di valore».

In concreto, quali sono i principali progetti in tema di CSR e sostenibilità che avete portato a termine negli ultimi anni in azienda?
«Sono aumentate le attività legate alle strategie e piani di sostenibilità, nonché quelle più tecniche legate al cambiamento climatico (es. carbon footprint, LCA ecc.) e alla valutazione dei rischi ad esso associati, ad esempio integrando i sistemi di controllo interno con contenuti Esg. Anche il tema della finanza sostenibile sta vivendo uno sviluppo notevole: sono in crescita tutte quelle attività relative alla misurazione di impatto, che anche alla luce delle recenti novità normative come la riforma del terzo settore. Infine, rimane importante e cruciale la parte di reporting e assurance su informazioni ESG. Come anche richiamato dalla EU attraverso la tassonomia, è fondamentale assicurare uniformità nel reporting e trasparenza verso gli stakeholder».

Per quanto riguarda il prossimo biennio, in quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la sua azienda sarà coinvolta? Avete già dei progetti definiti su cui intendete impegnarvi?
«Nel 2020 il network di Deloitte ha lanciato a livello globale la WorldClimate Strategy: un impegno concreto per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, integrando obiettivi di sostenibilità ambientale all’interno del proprio modello di business. In particolare, Deloitte vuole azzerare il proprio impatto emissivo prima del termine stabilito dagli accordi di Parigi (2050), e lo fa attraverso azioni concrete: taglio delle emissioni derivanti dai viaggi di lavoro (-50%/FTE entro il 2030) rispetto ai valori del 2019; approvvigionamento da fonti di energia rinnovabili per tutti gli edifici del network entro il 2030 e conversione del 100% della flotta auto in modelli ibridi/elettrici entro il 2030. Inoltre ci prefiggiamo di “responsabilizzare” anche i principali fornitori del network: vogliamo che almeno 2/3 di questi adottino, in materia di emissioni e obiettivi science-based. Infine, investiamo in soluzioni di mercato innovative per la compensazione di tutte quelle emissioni che non possono essere azzerate».

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