La competizione tra le aziende si fonda sempre più sulla loro reputazione, molto facile da perdere e difficile da recuperare. Gli scenari sono sempre più sfidanti: da una parte emergono continuamente nuovi vincoli per ridurre l’impatto ambientale della produzione e dei servizi e dall’altra cresce la consapevolezza da parte di manager e professional che un ambiente di lavoro più rispettoso e creativo è possibile.
Le tre dimensioni della sostenibilità
La sostenibilità ha tre dimensioni: sociale, ambientale ed economica. Il benessere per tutti, ovvero la dimensione sociale, deve essere l’obiettivo dell’economia; la dimensione ambientale ne è il limite da rispettare per la salvaguardia del nostro Pianeta; l’efficacia e l’efficienza della dimensione economica, misurata dal profitto, sono una necessità e uno stimolo a operare. Non è facile conciliare le tre dimensioni: occorrono grande responsabilità da parte delle aziende, lucida visione da parte delle istituzioni e forte sostegno da parte dei cittadini.
L’economia a 4 mani
Leonardo Becchetti, co-fondatore di NeXt Economia, sostiene che bisogna passare da un’economia a due mani, fondata sullo Stato che regola (prima mano) e sul mercato che produce (seconda mano), a un’economia a quattro mani (vedi figura qui sotto), più complessa e articolata e con poteri più distribuiti. Qui entrano in gioco in maniera determinante le imprese responsabili (terza mano) verso i diversi stakeholder, sotto la spinta e con il sostegno di un mercato sempre più sensibile alla reputazione in tema di sostenibilità. I cittadini consumatori (quarta mano) chiedono più responsabilità sociale, il “voto col portafoglio”, scegliendo con auto-interesse lungimirante di fare acquisti da imprese sostenibili e di allocare i propri risparmi in fondi che investono in imprese responsabili.
I vantaggi per le aziende
L’impresa sostenibile integra nelle sue strategie – in una visione sistemica complessiva – obiettivi economici, di benessere e di dignità delle persone in tutto il ciclo produttivo e, inoltre, di salvaguardia ambientale, con un approccio di economia circolare. Molte imprese eccellenti (oggi sono già tra il 15 e il 20%) dichiarano finalità di bene comune, come la qualità dei servizi a favore dei clienti, la sicurezza e il benessere dei lavoratori, la crescita del territorio nella salvaguardia dell’ambiente. Ma quali sono i vantaggi di un’impresa sostenibile?
Posizionamento strategico di mercato
Le imprese sostenibili hanno innanzitutto il vantaggio di un posizionamento strategico e di mercato con maggiori barriere all’ingresso, fidelizzando segmenti di mercato più ricchi, più evoluti e in crescita. Altri vantaggi strategici derivano da politiche di miglioramento continuo e dalla condivisione delle strategie da parte degli stakeholder.
Maggiore efficienza interna
Una seconda tipologia di vantaggi riguarda la maggiore efficienza interna, con più impegno e cooperazione nell’impresa grazie al coinvolgimento dei dipendenti e dei collaboratori. Becchetti, in una ricerca condotta su un ampio campione di imprese, ha stimato che le aziende sostenibili hanno una produttività per addetto superiore di 21.000 euro annui. Inoltre, l’armonia e la fiducia nei rapporti creano un clima aziendale sereno che dà spazio alla creatività, con contratti e rapporti con fornitori e clienti più chiari e di fiducia.
Vantaggi informativi
Una terza tipologia riguarda i vantaggi informativi che si ottengono dal dialogo con i cittadini “consum-attori”: tale impresa riceve maggiori elementi sul mercato e una visione altra sui processi; da ciò deriva una maggiore ponderazione e decisioni migliori.
Stabilità e solidità
Per un’impresa responsabile, la quarta tipologia di vantaggi riguarda la stabilità e la solidità nel tempo, dovute a una reputazione solida (che porta a una maggiore comprensione da parte dei clienti per gli eventuali errori) e a una capacità d’innovazione orientata all’ambiente e alla soddisfazione dei bisogni delle persone. Ciò rende l’impresa naturalmente proattiva e capace di anticipare vincoli e regolamentazioni future. L’impresa sostenibile ha anche costi legali e di conflitto più bassi e una maggiore capacità di resilienza. Nel complesso, secondo molte analisi, le imprese responsabili sono più profittevoli e riescono a distribuire maggiori risorse agli stakeholder.
Gli svantaggi: costi e cambiamento
Questo quadro così positivo richiede in cambio impegni finanziari rilevanti e necessità di cambiamento. Costa dialogare con apertura e tenacia con i diversi stakeholder e ancora di più costa la condivisione del potere: un’impresa sostenibile promuove la partecipazione dei lavoratori. Un fattore, quest’ultimo, che può pesare a un imprenditore che considera come propria l’impresa che ha creato e di cui si sente responsabile in prima persona. Inoltre, condividere i vincoli tecnici con gli stakeholder può fare emergere conflitti con l’autonomia decisionale del management.
A volte sono necessari tempi maggiori, che possono ridurre la rapidità di risposta dell’impresa, ma ne migliorano l’efficacia con soluzioni più solide e condivise. In conclusione, un’impresa responsabile richiede un profondo cambiamento di mentalità e sollecita nuove capacità di gestione dell’imprenditore e dei manager per contemperare e gestire obiettivi diversi delle tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale e ambientale).
Nel complesso, la sostenibilità richiede di essere perseguita in modo consapevole e determinato, costruendo e attivando nuovi strumenti di analisi di gestione e mediazione. Va ripensato il sistema interno di valutazione delle performance per considerare insieme i risultati economici, sociali e ambientali.
Si tratta comunque di una transizione ineludibile, che può essere affrontata solo con una visione di lungo termine e con valori forti che considerano l’impresa come un attore chiave per il benessere della società.