Sembra carne, ma non lo è: siamo pronti a mangiare Beyond Meat?

Il futuro della proteina sembra essere vegetale. L’americana Beyond Meat e altri suoi competitor stanno puntando su prodotti che intendono ricreare in tutto e per tutto l’aspetto e il sapore della vera carne. L’idea è traghettare i consumatori verso nuove abitudini alimentari più rispettose dell’ambiente e, naturalmente, aprire la strada a nuovi, milionari business

Prima la catena Welldone. Ora i supermercati o, almeno, i supermercati di alcune zone del paese. È previsto, infatti, per il 24 gennaio lo sbarco nella grande distribuzione di Beyond Meat, brand statunitense specializzato in “carne non carne”.

Di fatto si tratta di hamburger e polpette che, pur assomigliando alla carne, sono di origine esclusivamente vegetale. In altri termini l’aspetto, il sapore e la consistenza sono analoghi a quelli della carne ma tra gli ingredienti compaiono le proteine dei piselli, il succo di barbabietola e l’olio di cocco.

Negli Stati Uniti Beyond Meat, che ha tra i propri investitori nomi illustri come Bill Gates e Leonardo Di Caprio, va forte. Nonostante la competizione con Impossible Food, l’altro gigante del settore delle proteine alternative, continua a macinare utili e a volare in Borsa.

Ma, nel nostro paese, un prodotto di questo tipo può funzionare?

Allo stato attuale sembra intercettare due segmenti principali. Da una parte ci sono le persone che, per varie ragioni (salute, rispetto degli animali, dell’ambiente ecc.), seguono una dieta vegetariana o vegana. Per loro Beyond Meat può diventare un’opzione interessante, un’alternativa a tofu, seitan e affini. Dall’altra parte c’è il bacino, sempre più vasto, dei flexitariani. Si tratta di soggetti che, nell’ambito di una dieta flessibile, sostituiscono il più possibile la carne con proteine vegetali, pur senza arrivare a un’esclusione totale.

Certo, molto dipenderà dalle performance organolettiche. Se, cioè, la texture e il gusto saranno percepiti dai consumatori come appaganti, realmente affini a quelli della carne, Beyond Meat potrà allargarsi anche ad altri target.

Ma non va dimenticato che il cliente medio italiano è ben più esigente (e raffinato) del suo corrispettivo statunitense.

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