Saldi: l’atteggiamento dei consumatori è cambiato?

I dati del tradizionale per lo shopping e qualche riflessione sulle nuove occasioni d'acquisto

A intervalli regolari vengono dati per spacciati. E invece sono ancora qui. E sembrano godere di discreta salute. Parliamo dei saldi di fine stagione.

Nonostante la diffusione dei factory outlet, la numerosità delle attività promozionali (dal Black Friday al middle season sale) e l’espansione dell’e-commerce anche nell’ambito del fashion, il rito dei saldi tiene. Certo, i dati relativi al periodo post-natalizio non sono ancora definitivi. Tuttavia i primi segnali paiono incoraggianti.

In particolare, in base alle stime elaborate dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, oltre 9 milioni di famiglie stanno, in questi giorni, approfittando delle promozioni di fine stagione. Ancora più ottimistiche le previsioni di Confcommercio, secondo cui i saldi riguardano 15,6 milioni di famiglie e muovono un totale di 5,1 miliardi di euro. Più cauto risulta, invece, il Codacons, che fissa a 40 la percentuale di italiani interessati agli acquisti di fine stagione.

Al di là delle cifre, è evidente che l’atteggiamento dei consumatori verso i saldi è cambiato per almeno due motivi.

In primo luogo la moltiplicazione delle occasioni di shopping scontato ha fatto venire meno quel senso di attesa che, in passato, caratterizzava questo momento. Basti pensare al successo riscosso dal Black Friday, che si svolge a meno di un mese da Natale.

In secondo luogo la maggiore “maturità” e consapevolezza di ampie fasce di consumatori ha ridotto drasticamente la quota di acquisto di impulso. In altri termini, anche durante i saldi i consumatori si muovono con cautela: valutano con attenzione caratteristiche e prezzi dei prodotti e sempre più raramente superano il livello di spesa stabilito.

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