Realtà aumentata: l’asso nella manica del retail

Dai cosmetici, alle sneakers, all’arredamento, la realtà aumentata e quella virtuale stanno chiudendo il gap esperienziale tra l’e-commerce e il punto vendita

Uno dei momenti, forse più bizzarri, dei miei cinque anni in Asia era passare di fronte allo store della mia azienda a Raffles City a Shanghai e vedere come su uno schermo automaticamente all’immagine del mio viso venisse applicato mascara e rossetto. Quello che stavo sperimentando era una delle varie tecnologie di realtà aumentata come Magic Mirror o Modiface, che permettono di provare virtualmente il makeup e che da qualche anno vengono ampiamente utilizzate nel mondo della cosmesi di lusso.

Quello che fino all’anno scorso era un simpatico gadget per attirare i consumatori in negozio (Modiface parla di un incremento della conversione all’acquisto del 31%), con il lockdown la realtà aumentata è diventata un fattore critico di successo per l’e-commerce e, anzi, il mondo online ha scoperto che proprio attraverso l’AR è possibile chiudere parte del gap esperienziale con il retail fisco, offrendo al consumatore l’opportunità di provare da casa l’effetto dei prodotti in un ambiente touch-free.

Il caso più eclatante è forse il settore delle sneakers.
 
Provate a scaricare l’app Wanna Kicks, che accedendo alla vostra fotocamera e inquadrando i vostri piedi li “aumenta” con le scarpe di svariati modelli, permettendo di osservarle da diverse angolature, senza spostarsi da casa e minimizzando il contatto fisico. 

Sull’onda dell’arrivo di questa tecnologia AR, il gigante cinese dell’e-commerce JD.com l’ha incorporata sulla propria piattaforma online con più di mille modelli a disposizione da provare e c’è chi addirittura pensa che questo esperimento di AR rappresenti il futuro dell’intero settore delle sneakers.

L’AR permette di ridurre i costi

Secondo Statista, il 30% dell’abbigliamento ordinato online negli Stati Uniti viene reso (vs. il 9% degli acquisti effettuati in negozio). Con la speranza di ridurre significativamente la quantità di ordini resi, sia Nike sia JD hanno recentemente lanciato una funzione di realtà aumentata nell’app che permette di misurare con esattezza la dimensione del piede, con uno scarto di solo un millimetro. 

Un altro esempio di tecnologia che colma il gap esperienziale dell’online con il retail è lo store in realtà virtuale (VR) lanciato da Ikea in Cina, che permette di attraversare virtualmente una versione identica dello store, potendo zoomare su ogni showroom e sui prodotti, con tanto di struttura a labirinto tanto amata dal retailer svedese.
Godetevi qui il video con la demo dello store virtuale (potete scaricarlo se preferite!).

Secondo Alibaba, che ha sviluppato e ospita la tecnologia su Tmall, in una settimana ci sono stati trenta milioni di visite e la conversione all’acquisto è aumentata di ben nove volte.
 
Se quindi la tecnologia di AR/VR colma parte del gap esperienziale con il negozio fisico, ora tocca al retail raccogliere il guanto della sfida e creare nuove esperienze non replicabili dall’e-commerce, riallungando il distacco sui cugini digitali. 

Il retail è morto, lunga vita al retail!

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