Nel corso di ricerche condotte dal team di Capterra fra marzo e aprile per scoprire come le piccole e medie imprese a livello internazionale avessero affrontato la crisi Covid-19 era emerso che il 59% delle aziende a livello mondiale aveva adottato il lavoro da casa come soluzione al lockdown imposto dalle autorità nazionali per contenere la pandemia.
A seguito di questa esigenza, gli analisti avevano domandato agli intervistati se la loro azienda avesse adottato nuovi software per potervi fare fronte. Il dato che era emerso dimostrava che il 60% delle società aveva acquistato nuovi software per aiutare i dipendenti a lavorare da casa, o aveva intenzione di acquistarli a breve.
Il team di Capterra ha allora voluto chiedere in una seconda indagine quale impatto ci fosse stato per le aziende italiane nelle intenzioni e nel budget di acquisto di software rispetto a quello che era già stato preventivato. Il sondaggio è stato condotto su 6 paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Italia e Olanda) e 2.277 intervistati provenienti da piccole e medie imprese. Le interviste sono state condotte nel periodo che andava dal 15 al 19 maggio 2020.
Dal numero totale di intervistati in Italia (401) sono state estrapolate le risposte dei “Decision Maker” (254), ovvero di quelle figure che all’interno dell’azienda ricoprono ruoli decisionali nell’acquisto di tecnologia, ovvero manager, senior manager e direttori.
Italia: l’87% dei Decision Maker ha dichiarato che i software acquistati sono stati decisivi per garantire la continuità del lavoro
Al 60% di aziende che hanno acquistato software per aiutare i propri dipendenti a lavorare da casa si era aggiunto nel precedente studio il 70% delle imprese a livello globale che aveva adattato la propria offerta commerciale in toto o parzialmente perché potesse essere offerta virtualmente.
Per poter perseguire entrambi gli scopi sono stati ovviamente acquistati nuovi software e concentrandosi sull’Italia e sulla spesa che è stata effettuata dalle aziende, i punti salienti emersi nel nuovo studio sono stati:
• Il 52% degli intervistati ha dovuto acquisire nuovi software che non erano nello schema di acquisto preventivato per garantire la business continuity;
• Il 30% degli intervistati ha dichiarato che la propria spesa destinata ai software ha subito un aumento compreso fra il 25% ed il 50%;
• Il 26% degli intervistati ha dichiarato di aver anticipato l’acquisto di software di un semestre.
In generale, solamente il 10% dei Decision Maker italiani ha utilizzato un budget per l’acquisto di software che aveva già previsto prima della crisi, dimostrando come solo una piccola percentuale delle imprese italiane fosse pronta per permettere il telelavoro massiccio dei propri dipendenti.
L’aumento della spesa è un altro indicatore molto importante, in quanto l’aumento della spesa prevista è stata molto più consistente di quanto preventivato; solo un 13% ha dichiarato che la spesa ha subito una riduzione e solo l’8% ha utilizzato solamente il budget già precedentemente allocato.
Nonostante questi aumenti sostanziali nelle spese di acquisto di software, la maggior parte dei DM ha dichiarato che l’acquisto di software è stato fondamentale per permettere alla propria attività di continuare ad erogare prodotti e servizi ai propri clienti e, di conseguenza, per garantire la sopravvivenza dell’azienda. La maggioranza è stata concorde nel considerare come “essenziali” (45%) o “assolutamente essenziali” (42%) i programmi acquisiti che, ed anche su questo c’è stata una generale assertività, aiuteranno anche ad affrontare la nuova normalità in cui il mondo del lavoro e della produzione sta entrando.
Italia: il 39% dei DM dichiara che la propria azienda ha bisogno di maggior tecnologia per risolvere problemi e cercare nuove possibilità di business.
La situazione inaspettata portata dalla pandemia ha introdotto nelle vite di aziende e lavoratori un nuovo stile di vita e nuove modalità lavorative di cui sarà impossibile liberarsi in futuro, dal momento che al 74% dei lavoratori a livello mondiale è piaciuto lavorare da casa, ed il 34% vorrebbe lavorare al 100% da casa anche quando la crisi sarà definitivamente terminata.
Questo presuppone un utilizzo e un’adozione sistematica dei software all’interno della propria realtà lavorativa per risolvere una serie di situazioni che erano finora trattate tradizionalmente, per questo il 39% dei Decision Maker ha dichiarato che la propria azienda avrà bisogno di maggior tecnologia per affrontare questi cambiamenti e per trovare nuove opportunità di business.
Un 31% dei dichiaranti italiani si trova già in una fase di consapevolezza e valutazione delle possibilità di acquisto di software, ma sicuramente la maggior parte delle realtà ancora necessita di capire come affrontare il mercato dei software e come sviluppare una visione a lungo termine che possa portare le attività italiane a sopravvivere a cambi repentini ma, soprattutto, a crescere costantemente nel mercato nazionale ed internazionale in modo costante.
Le 5 categorie di software che sono state confermate dai decision maker fra le più acquistate sono state:
1. Software per controllo del desktop da remoto;
2. Piattaforme per webinar;
3. Software per live-chat;
4. Software per videoconferenze;
5. Software di collaborazione aziendale.