Nell’ultimo decennio la pressione fiscale è cresciuta in Italia a un ritmo particolarmente sostenuto, tanto da assorbire nel 2014 una quota del reddito nazionale di poco inferiore al 44%, contro il 39,6% rilevato in media negli altri paesi europei. A tale accelerazione – che ha penalizzato soprattutto i percettori di redditi medio-alti (dichiarati al fisco) – hanno contribuito innanzitutto le incisive manovre di consolidamento della finanza pubblica. Perché queste manovre sono state per lo più realizzate con misure procicliche dal lato delle entrate, ovvero sottraendo risorse a un’economia già in fase di indebolimento. Nonostante l’impegno a ridurre gli sprechi e a migliorare l’efficienza della macchina amministrativa, i tagli di spesa sono risultati più virtuali che reali e la tanto decantata spending review ha finito solo con l’alimentare uno sterile dibattito ideologico tra sostenitori e oppositori dell’intervento pubblico. Dibattito che, nei momenti di più acceso contrasto, ha riportato indietro le lancette dell’orologio di un paio di secoli, facendo dimenticare a molti che la sfida posta dalla globalizzazione delle economie non può essere affrontata con le politiche del passato e che il modello del “tassa e spendi” alla lunga produce distorsioni e inefficienze tali da soffocare le potenzialità di sviluppo di un paese. Senza dimenticare che tale modello determina forti sperequazioni nella ripartizione del carico tributario laddove – come in Italia – il fenomeno dell’evasione assume dimensioni macroscopiche e l’ampiezza del nucleo familiare non costituisce di fatto un indicatore di capacità contributiva.
Tributi variabili
Se è vero che nell’ultimo decennio la pressione fiscale è lievitata sensibilmente, è anche vero però che le singole categorie di tributi hanno mostrato una certa variabilità di andamento. Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2014, infatti, il gettito delle imposte dirette ha segnato un +28,3%, quello delle imposte indirette un +24,4% e quello dei contributi sociali un +22,5%. Il più pronunciato ritmo di crescita delle imposte dirette è essenzialmente riconducibile alle maggiori entrate derivanti dall’Irpef (+25,8%) e dalle relative addizionali regionali e comunali (rispettivamente +60,5% e +172,4%).
Manager tartassati
Come dimostra la documentazione statistica disponibile, l’inasprimento del prelievo sul reddito personale ha colpito in misura particolarmente pronunciata i manager e gli altri contribuenti appartenenti alle fasce di reddito medio-alte. A sostegno di ciò, basti focalizzare l’attenzione sui dati contenuti nelle tabelle, dalla lettura dei quali si rileva sinteticamente che: i dirigenti (pubblici e privati) ammontano a 280mila unità, pari allo 0,6% del totale contribuenti; con 14,4 miliardi di euro, concorrono per il 9% circa al gettito dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali; questi tributi incidono complessivamente per quasi il 40% sul reddito imponibile dei dirigenti, contro un’aliquota di poco superiore al 20% applicata agli altri contribuenti; nell’ultimo decennio sono lievitate sensibilmente le addizionali, specie nei maggiori centri urbani. Su un reddito imponibile di 100mila euro, il peso delle addizionali (regionali e comunali) ha segnato un +262,7% a Roma, un +130% a Palermo, un +110,9% a Genova, un +109,8% a Bologna, un +109,4% a Torino, un +102,1% a Napoli, +79,8% a Milano ecc.
Leggendo questi dati, sorgono spontanee due domande. La prima: ma il federalismo non doveva arrecare vantaggi ai contribuenti? La seconda: ma il sistema non contempla già un forte contributo di solidarietà?
ADDIZIONALI REGIONALI E COMUNALI NEI MAGGIORI CENTRI URBANI, ANNO 2015*
Reddito | ||||||
Comuni | Anno 2015 | 20.000 | 40.000 | 60.000 | 80.000 | 100.000 |
Roma | importo | 526 | 1.452 | 2.298 | 3.144 | 3.990 |
var. % su 2005 | 139,1 | 230,0 | 248,2 | 257,3 | 262,7 | |
Milano | importo | 264 | 916 | 1.421 | 1.927 | 2.435 |
var. % su 2005 | 7,8 | 78,2 | 79,0 | 79,4 | 79,8 | |
Napoli | importo | 566 | 1.132 | 1.698 | 2.264 | 2.830 |
var. % su 2005 | 102,1 | 102,1 | 102,1 | 102,1 | 102,1 | |
Torino | importo | 510 | 1.170 | 1.908 | 2.733 | 3.559 |
var. % su 2005 | 50,0 | 72,1 | 87,1 | 101,0 | 109,4 | |
Palermo | importo | 506 | 1.012 | 1.518 | 2.024 | 2.530 |
var. % su 2005 | 130,0 | 130,0 | 130,0 | 130,0 | 130,0 | |
Genova | importo | 435 | 1.017 | 1.640 | 2.264 | 2.890 |
var. % su 2005 | 58,8 | 88,3 | 99,5 | 106,6 | 110,9 | |
Bologna | importo | 436 | 974 | 1.530 | 2.121 | 2.727 |
var. % su 2005 | 67,7 | 87,3 | 96,2 | 103,9 | 109,8 | |
Firenze | importo | 285 | 681 | 1.059 | 1.443 | 1.829 |
var. % su 2005 | 1,8 | 21,6 | 26,1 | 28,8 | 30,6 | |
Bari | importo | 431 | 911 | 1.413 | 1.918 | 2.424 |
var. % su 2005 | 53,9 | 62,7 | 68,2 | 71,3 | 73,1 |
* Dati assoluti in euro e variazioni % rispetto al 2005
Fonte: elaborazione su dati ministero dell’Economia
IRPEF E ADDIZIONALI SECONDO LE DICHIARAZIONI PRESENTATE NEL 2014
Dirigenti | Altri contribuenti | Totale contribuenti | |
Numero (migliaia) | 280 | 40.710 | 40.990 |
Irpef + addizionali (milioni di e) | 14.373 | 153.417 | 167.790 |
Irpef erariale (milioni di e) | 13.459 | 138.779 | 152.238 |
Addizionale regionale (milioni di e) | 655 | 10.524 | 11.179 |
Addizionale comunale (milioni di e) | 259 | 4.114 | 4.373 |
Aliquota media Irpef + addizionali | 39,3 | 20,7 | 21,6 |
Fonte: elaborazione su dati ministero dell’Economia e Inps