Parlare di intelligenza artificiale significa, oggi, parlare della tecnologia digitale più disruptive che sta caratterizzando e sempre più caratterizzerà il modo di fare business delle imprese. Una discontinuità col passato che ha già iniziato a manifestarsi nel 2023, anno che ha segnato uno spartiacque tra due ere: il prima e il dopo l’exploit commerciale di ChatGPT.
La nota soluzione conversazionale di OpenAI, lanciata nel novembre 2022, ha difatti catalizzato non solo l’attenzione del grande pubblico, ma anche l’interesse di aziende e governi per l’impatto rivoluzionario che continua a trasformare le prospettive su scala globale.
Il mercato
Un segnale tangibile dell’entusiasmo che circonda l’intelligenza artificiale anche nel nostro Paese sono i dati di mercato. Secondo le nostre stime, nel 2023 il mercato ha segnato un incremento del 52% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un fatturato di 760 milioni di euro (vedi grafico). Questa crescita spettacolare, mai registrata prima, è stata sostenuta in larga parte dalle grandi imprese, che hanno contribuito al 90% di questa cifra; la parte residua è equamente distribuita tra pmi e il settore della pubblica amministrazione. Degno di nota è l’aumento dell’export di progetti, che ha registrato una crescita di circa 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Questo incremento offre prospettive ottimistiche riguardo al posizionamento competitivo del nostro Paese sul palcoscenico internazionale.
Sistemi e soluzioni: per cosa usiamo l’IA
Le categorie di soluzioni con la maggior quota di mercato nel panorama tecnologico dell’IA sono quelle legate alla data exploration & prediction systems e decision support & optimization systems, che insieme occupano il 29% del mercato. Queste classi comprendono strumenti avanzati per la previsione della domanda o per l’ottimizzazione dei processi produttivi, oltre a soluzioni per l’analisi dei clienti e la previsione del tasso di abbandono (churn rate). Con il 27% del mercato seguono i progetti relativi all’interpretazione del linguaggio scritto, sotto il cappello di text analysis, classification & conversation systems. Questi sistemi vanno dall’analisi e interpretazione dei testi per ricerca semantica alla classificazione, sintesi e spiegazione di documenti, fino agli agenti conversazionali tradizionali. Ad oggi, i progetti di generative AI rappresentano solo il 5% del mercato, corrispondente a circa 38 milioni di euro. L’ambito predominante di applicazione di questa tecnologia riguarda l’implementazione di assistenti virtuali (generative language, conversation and translation systems), principalmente impiegati per fini interni, per valorizzare e ottimizzare la knowledge base aziendale. Nei prossimi anni, si prevede un’impennata della domanda di queste progettualità di generative AI e della rispettiva quota di mercato, a seguito dell’espansione delle loro applicazioni pratiche e della crescente consapevolezza delle potenzialità che possono offrire in termini di innovazione e vantaggio competitivo.
I settori più permeati dall’IA
Prendendo in esame i diversi settori, il comparto energy, resource & utility si afferma come primo per quanto riguarda il mercato IA, seguito dal settore bancario e quello manifatturiero, che si posizionano immediatamente dopo. Nel settore bancario, gli investimenti in progetti di intelligenza artificiale sono guidati principalmente dai grandi gruppi e dalle ormai numerose realtà digital native. La manifattura, invece, occupa una quota significativa del mercato grazie soprattutto alla grande quantità di imprese presenti, più che all’entità degli investimenti in IA, come evidenziato dalla spesa relativamente modesta per singola azienda. Degno di nota è il settore delle telecomunicazioni e dei media, che nel 2023 si è distinto per il tasso di crescita più alto e per un’elevata spesa media per impresa. Gli impieghi principali dell’intelligenza artificiale in questo ambito includono la rilevazione di anomalie nelle trasmissioni, l’ottimizzazione delle reti e la profilazione dei clienti.
L’IA nelle grandi imprese e nelle pmi
Nonostante l’evidente slancio, il percorso di adozione dell’IA nelle imprese italiane mostra ancora un divario significativo tra grandi imprese e pmi. Mentre circa il 61% delle prime ha attivato progetti di IA, solo il 18% delle pmi ha intrapreso iniziative analoghe. In generale, le realtà che hanno già intrapreso il cammino verso l’innovazione dell’IA continuano a investire e ad accelerare i loro sforzi in questo ambito, anche sospinti dall’ascesa dell’IA generativa. Al contrario, l’avvento della generative AI non ha segnato un punto di svolta significativo per quelle imprese che restano ai margini dell’adozione tecnologica, senza ancora alcuna progettualità di intelligenza artificiale. La generative AI ha quindi acceso i riflettori sull’intelligenza artificiale, ma rischia di allargare il gap tecnologico tra le aziende invece di ridurlo, trasformandosi in un vantaggio competitivo solo per le aziende che si sono mosse per prime sul tema.
Nonostante ciò, lo scenario futuro tende verso un’adozione più diffusa dell’IA. Una significativa porzione delle grandi aziende che finora non ha intrapreso iniziative (37%) pianifica di esplorare e lanciare progetti nell’ambito dell’intelligenza artificiale nel corso del prossimo anno. Questa tendenza è accompagnata dal moltiplicarsi di workshop ispirazionali/formativi, che mirano a diffondere la conoscenza e stimolare l’interesse verso questa rivoluzionaria tecnologia. Inoltre, si registra che circa due terzi delle maggiori aziende hanno avuto dibattiti interni riguardanti le potenzialità della generative AI. Di queste, una su quattro ha già preso l’iniziativa di testare sul campo tali tecnologie. In netto contrasto, il panorama delle pmi mostra una cautela maggiore: solo il 7% sta valutando attivamente l’adozione di applicazioni basate su intelligenza artificiale generativa, e una frazione ancora più esigua, il 2%, ha effettivamente messo in atto sperimentazioni pratiche.
Uno sguardo al futuro
In conclusione, l’IA rappresenta un potente motore di innovazione e crescita per le aziende italiane. Sebbene le sfide siano ancora numerose, l’entusiasmo e l’impegno dimostrati dalle imprese di ogni dimensione indicano una direzione chiara: quella di un futuro in cui l’IA sarà al centro della trasformazione aziendale, guidando l’Italia verso nuovi orizzonti di efficienza, personalizzazione e competitività sul mercato globale. Le aziende italiane sono chiamate a non restare indietro, esplorando attivamente le opportunità offerte dall’IA per rimodellare il proprio futuro in un mondo sempre più digitale.