La sostenibile leggerezza della bioeconomia dipende anche da noi. La bioeconomia impiega infatti le risorse biologiche, provenienti da terra e mare, come input per la produzione energetica, industriale, alimentare e mangimistica. Tra questi c’è il “famoso” sacchetto in bioplastica che troviamo oggi al supermercato, che nasce da materie prime rinnovabili, come tanti altri prodotti cosmetici, farmaceutici e alimentari.
L’economia circolare, invece, è un’economia dove i prodotti — tutti i prodotti, non solo quelli biobased — mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all’interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore.
Le cifre a livello Europa ci dicono che la bioeconomia fattura 2.200 miliardi di euro (260 miliardi in Italia) e l’economia circolare genera 141 miliardi di valore aggiunto.
Di bioeconomia – che è “il cuore biologico dell’economia circolare” e uno dei business a maggiore valore aggiunto e crescita – parleremo il 19 maggio al FICO Eataly World.
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