I robot si prenderanno cura dei nostri anziani?

L’intelligenza artificiale compensa il deficit dei caregiver. Il mercato ha un valore globale di 5 miliardi di dollari

Fra trent’anni oltre un terzo degli italiani sarà over 65, con un inevitabile aumento della spesa per sanità e pensioni a fronte di una progressiva diminuzione della forza lavoro (Fonte: Istat, Report sul futuro demografico del Paese, 3 maggio 2018). Per quell’epoca, le persone di novant’anni, che oggi sono circa 700 mila, balzeranno a 2 milioni e mezzo. Questi numeri impongono un importante ripensamento dell’intero sistema socio-sanitario, che dovrà ridefinire processi e dinamiche assistenziali per rispondere alle esigenze di una crescente fascia di persone non produttive e fragili.


La geronto-tecnologia
Alla luce delle prospettive economiche correlate alla Silver Economy sta emergendo un ambito interdisciplinare di ricerca che vede protagoniste applicazioni tecnologiche espressamente disegnate per gli over 75. Si tratta del settore battezzato “geronto-tecnologia”, senza badare troppo al marketing appeal del termine. Una nicchia di mercato che attribuisce alle tecnologie e all’intelligenza artificiale un ruolo chiave per l’indipendenza, la sicurezza e la qualità della vita dell’anziano. Come suggerisce la recente ricerca Technology in Geriatrics pubblicata sulla prestigiosa rivista di geriatria “Age and Aging”, si tratta di un settore destinato a conquistare il proprio successo attraverso un approccio multidisciplinare, nel quale più attori del sistema clinico, quali medici, fisioterapisti, terapisti occupazionali, psicoterapeuti, interagiranno direttamente con bioingegneri, designer, ingegneri informatici e con tutti coloro che si occupano di policy making e regolazione del settore medicale.


L’innovazione versatile della robotica

Fra le branche più promettenti della geronto-tecnologia spicca sicuramente la robotica, che con grande versatilità applicativa sta dimostrando di poter essere applicata con successo in svariati ambiti di intervento. Robot infermieri e robot fisioterapisti, con sembianze più o meno androidi, stanno prendendo piede in campo riabilitativo con applicazioni che vanno dal campo neurologico, ortopedico, sportivo e geriatrico. Ma non solo: anche nella robotica chirurgica i robot supportano l’attività del chirurgo per compiere svariati tipi di interventi nell’ambito dell’ortopedia, della neurologia e della laparoscopia.

Un mercato globale da 4,9 miliardi di dollari

Secondo una ricerca della Markets and Markets, il valore complessivo del settore dei robot medicali – suddiviso in sistemi di robot chirurgici, robot di riabilitazione, radiochirurgia non invasiva, robot ospedalieri e farmaceutici e altri sistemi robotici medici – aveva raggiunto nel 2016 un valore di 4,9 miliardi di dollari, con una crescita prospettica fino a 12,8 miliardi di dollari entro il 2021. La robotica chirurgica, pur mantenendo il “peso specifico” più alto nella crescita, dovrà in parte cedere il passo alla robotica riabilitativa, che mostrerà una dinamica di crescita maggiore rispetto a tutti gli altri comparti proprio grazie all’importante impulso ricevuto dagli ambiti neurologico e geriatrico, che spesso convergono su parecchie patologie dell’anziano.



Riabilitazione Hi-Tech

Fra le macchine presenti nella robotica riabilitativa, Hunova di Movendo Technology rappresenta la tecnologia più recente e innovativa. Il progetto nasce all’Istituto Italiano di Tecnologia e trae ispirazione proprio dalla robotica umanoide con l’obiettivo di replicare la stessa biomeccanica dell’uomo. Hunova è un dispositivo medicale Total Body in grado di misurare le patologie dell’apparato muscolo scheletrico e del sistema vestibolare e cognitivo offrendo al terapista una strategia riabilitativa per i diversi distretti del corpo.
Korian Italia, società leader nei servizi per l’invecchiamento di qualità, ha potuto apprezzarne, per prima in Italia, l’estrema versatilità ed efficacia, testandolo con successo per oltre un anno su più di cento pazienti seguiti dall’équipe medica della sua struttura di Villa delle Terme Presidio Falciani a Firenze. Inoltre, dal mese di luglio 2017 ad oggi, Hunova è stato adottato con successo su circa sessanta pazienti anche all’interno della casa di cura San Salvatore di Cagliari di Korian Kinetika Sardegna, all’interno della quale è stato usato sia per la riabilitazione neurologica che, nel caso di pazienti con protesi dell’anca, per la riabilitazione ortopedica.


Doppia robotica sensorizzata per il recupero funzionale

Il funzionamento di questa tecnologia ricorda quello di un videogioco: sul touch-screen appaiono oggetti con i quali interagire e il paziente, a seconda dell’arto da riabilitare, può interagire con la macchina, posizionandosi su una seduta o su una pedana per eseguire oltre 160 esercizi riabilitativi.



Gaming e personalizzazione del percorso terapeutico

L’obiettivo è misurare in modo accurato le capacità neuromotorie di ciascun paziente, consentendo così di individuare gli aspetti funzionali da migliorare e di creare percorsi riabilitativi personalizzati. I software offrono protocolli ottimizzati che l’operatore clinico può adattare alla specifica esigenza del paziente. Inoltre, l’utilizzo del gaming correlato agli esercizi rende la riabilitazione più motivante per il paziente, agevolando il compito del fisioterapista.


L’analisi predittiva del rischio di caduta
La caduta dell’anziano rappresenta un vero e proprio fattore di rischio. È, infatti, la prima causa di disabilità degli over 75 e una delle prime cause di morte. In ambito geriatrico le ultime tecnologie permettono di lavorare sul controllo posturale, sulla propriocezione e sull’equilibrio, e vengono utilizzate nell’ambito della prevenzione e nella valutazione del rischio di caduta dei Senior e nel recupero degli aspetti cognitivi.


Riabilitazione più semplice ed efficiente

Grazie all’utilizzo del sistema virtuale di biofeedback, che supporta l’intero percorso riabilitativo, il paziente esegue la terapia in modo molto più focalizzato ed intensivo rispetto alla pratica tradizionale, ottimizzando tempi e risultati. Il fisioterapista può trattare anche due pazienti contemporaneamente, purché in condizioni di autonoma stabilità.

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