FibreConnect: connettività in fibra ottica ad alte prestazioni

Le pmi soffrono della carenza di connessioni a banda ultralarga e quindi di scarsa fruibilità delle tecnologie sottostanti. Una mancanza che impatta negativamente sulle loro prospettive di crescita e aggiunge complicazioni ai manager che guidano queste imprese. Sfide e opportunità in formato digitale. Ne parliamo con Renzo Ravaglia, Ceo e Co-founder di FibreConnect

Cosa fa FibreConnect?

«FibreConnect è un operatore italiano indipendente che offre in modalità wholesale servizi di connettività in fibra ottica ad alte prestazioni per imprese localizzate nelle Aree Industriali e Artigianali (Aia), che non siano ancora state raggiunte da una rete in fibra ottica. FibreConnect è stata fondata nel 2022 da manager italiani con lunga esperienza nella fondazione di operatori di telecomunicazioni e finanziata da fondi di investimento infrastrutturali. Il nostro obiettivo è quello di rendere disponibile alle pmi italiane operanti nelle Aia un’infrastruttura abilitante fondamentale per supportare la crescita del loro business».

Qual è oggi il gap infrastrutturale nelle Aree industriali e artigianali italiane?

«C’è un tema di trasformazione digitale che non è uniforme: le piccole e medie imprese, vero motore industriale del Paese, soffrono della carenza di connessioni a banda ultralarga e quindi di scarsa fruibilità delle tecnologie sottostanti. Una mancanza che impatta negativamente sulle loro prospettive di crescita e aggiunge complicazioni ai manager che guidano queste imprese. Si viene quindi a determinare una disparità significativa con le grandi aziende che tipicamente hanno accesso alla banda ultra-larga in fibra ottica».

E come siamo messi rispetto ai competitor esteri?

«Se consideriamo l’Ue, l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) che compara l’avanzamento dei progressi compiuti dagli stati membri nella digitalizzazione e aiuta a identificare le carenze in termini di processo ma anche di competenze digitali e nella diffusione delle reti 5G avanzate e di fibra ottica, l’Italia si colloca al 18° posto sui 27 stati membri. Nonostante gli investimenti nell’ambito del Pnrr riservino risorse significative alla banda ultralarga, permangono in misura significativa intere aree prive di collegamenti in fibra ottica, in particolare nelle Aree Industriali ed Artigianali e sono proprio questi i territori nei quali concentriamo i nostri investimenti, perché crediamo fortemente che lo sviluppo delle pmi sia la base per lo sviluppo dell’intero Paese».

Dove siete intervenuti ci sono stati miglioramenti nell’utilizzo delle nuove tecnologie digitali?

«FibreConnect è nata da due anni ed è ancora presto per bilanci definitivi, però possiamo dire che oggi ci sono oltre 35.000 aziende sul territorio nazionale i cui manager hanno a disposizione servizi ad alta velocità con banda simmetrica e garantita (quindi non condivisa con gli altri utilizzatori della rete). In Italia sono circa un milione le imprese che operano all’interno delle oltre diecimila Aia ed è a questo insieme di imprese che occorre rendere disponibile la piattaforma abilitante, cioè la rete in fibra ottica, che consentirà di adottare le nuove tecnologie digitali grazie alle quali si potrà sbloccare il loro potenziale di innovazione».

Quali sono i vostri piani di sviluppo?

«Il nostro piano di sviluppo prevede di portare la fibra ottica nelle più importanti Aree industriali e artigianali non cablate. L’obiettivo è di coprirne nell’arco dei prossimi quattro anni fra le 700 e le 1.000, raggiungendo 250.000 tra piccole e medie imprese, pari a circa il 15-20% delle Partite Iva attive nelle Aia, anche grazie al progressivo ampliamento della nostra rete di partner costituita dagli Operatori di prossimità. Oltre al servizio di pura connettività, renderemo disponibili sempre in modalità wholesale servizi di accesso al cloud, servizi di backup, servizi di cybersecurity e centralini virtuali».

A livello infrastrutturale per quanto riguarda il digitale il nostro Paese oggi e guardando al prossimo futuro come è messo?

«Secondo l’ultimo report Assintel, il mercato Ict business in Italia nel 2023 valeva in totale quasi 39 miliardi di euro, con una previsione di crescita nel 2024, raggiungendo i 41 miliardi di euro. Gli investimenti in nuove tecnologie rimangono ancora appannaggio delle grandi aziende; infatti, quelle con più di 100 dipendenti rappresentano il 76% del totale investito, mentre le piccole e medie imprese, nonostante siano la maggioranza, si fermano al 24%. Con la nostra dorsale di rete di oltre 4.000 km rafforziamo l’infrastruttura italiana, aiutando le pmi nel loro percorso di crescita».

 

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