Economia circolare sulle navi da trasporto

Una soluzione innovativa per trasformare rapidamente rifiuti umidi in compostabile

Spesso si parla di economia circolare ed economia blu. Due termini che in ambito aziendale hanno di frequente una percezione piuttosto teorica. Nel migliore dei casi significa avere raccoglitori separati per i rifiuti in ufficio, qualche email sulla necessità di non stampare documenti inutilmente ecc.
Nei casi più impegnati l’azienda promuove qualche campetto per pulire un’aiuola (che si vende bene sui media come Csr) o l’impegno a usare di più i mezzi pubblici. Cose lodevoli ma, diciamocelo, l’impatto economico sui conti aziendali è minimo.  Cosa succede, invece, se con l’economia circolare o economia blu si possono risparmiare ingenti somme di denaro? Il caso storico che segue è unico nel suo genere nel panorama dei trasporti marittimi italiani. 

L’industria dei trasporti inquina
Consideriamo la produzione di rifiuti. Nel rispetto delle differenti ordinanze portuali che prevedono obblighi di conferimento con una certa frequenza, le navi scaricano tutti i rifiuti prodotti durante il viaggio (se parliamo di navi con passeggeri i rifiuti aumentano sensibilmente) una volta giunti in porto. Per risolvere il problema dei rifiuti organici ora esiste una soluzione per ridurli sensibilmente di dimensione e, soprattutto, risparmiare soldi per smaltirli.
Il caso riguarda GNV Spa, Gruppo MSC, una delle principali compagnie di navigazione italiane operanti nel settore del cabotaggio e del trasporto passeggeri nel Mar Mediterraneo che ha trovato un modo per ridurre i rifiuti umidi in compostabile in poche ore. “Nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale e rendere più efficienti i nostri trasporti a bordo delle navi Excellent, Excelsior, Rhapsody e Majestic abbiamo installato un totale di 16 macchinari Ecodyger. La compagnia prevede di implementare l’utilizzo di questi sistemi sull’intera flotta entro fine 2018,” mi spiega Mattia Canevari, energy manager di GNV”.

Come funzionano i macchinari
I macchinari funzionano grazie a un ciclo di rigenerazione di sole 7/8 ore che avviene in totale sicurezza ambientale all’interno di una vasca stagna, senza aggiunta di acqua e additivi chimici. In precedenza le unità di GNV compattavano l’umido in specifici contenitori sino al ritorno in porto, con un carico utile e un ingombro molto superiore all’attuale, nonché evidenti impatti negativi nelle diverse fasi gestionali. La cosa, oltre ad avere ricadute nella logistica di stoccaggio e scarico dei rifiuti, una volta in porto implicava un aggravio di spese di carburante (e produzione di CO2) per trasportare lo scarto alla discarica cittadina.
“Seguendo il nostro piano energetico sulle nuove unità, stiamo integrando nel piano ingegneristico anche gli Ecodyger, in modo da avere un ciclo completo studiato per rendere efficiente non solo il rifiuto umido ma la sua stessa gestione operativa da parte dell’equipaggio”, conclude Canevari. Se lo strumento di compostaggio esiste da molto tempo, a renderlo efficiente, veloce nel processare il rifiuto, e conveniente da utilizzare ci ha pensato una giovane startup lombarda guidata da due fratelli, Francesco e Davide Paolillo. “Ecodyger è stato sviluppato pensando all’impatto che i rifiuti umidi organici hanno sull’intera filiera del rifiuto,” spiega Francesco Paolillo. “Grazie a Ecodyger tutte le strutture che producono rifiuti umidi in grande quantità, penso alle mense aziendali, alle catene di food retail, ai centri commerciali ecc. possono ridurre in modo economico e sostenibile i loro scarti (rifiuti) organici fino al 90% del loro peso e volume. Il tutto è ottenuto grazie a un ciclo di rigenerazione di sole 7/8 ore che avviene in totale sicurezza ambientale all’interno di una vasca stagna, senza aggiunta di acqua e additivi chimici. Il ciclo restituisce un residuo solido secco stabile; una vera e propria risorsa naturale che è a tutti gli effetti un ammendante compostato-misto (compost) impiegabile come concime e ammendante naturale al 100% oppure sempre conferibile alla raccolta differenziata come frazione umida-organica”.

I punti di forza del sistema
I vantaggi pratici sono semplici: risparmio di volumi (fondamentale sulle navi, ma estremamente utile anche in ambito di punti di ristoro, dove ogni metro quadrato costa in affitto, tanto per fare un caso sulla “terra ferma”), di stoccaggio rifiuti, risparmio sui sacchetti biodegradabili, eventuali riduzioni sulla tariffa dei rifiuti (ove prevista). Un potenziale vantaggio, in termini di comunicazione e Csr, da “rivendere” ai media, spesso in cerca di casi storici positivi in ambito ambientale.   
“Abbiamo pensato a questa soluzione perché fosse in compliance con le politiche di Zero Waste e con tutti gli appalti pubblici verdi conosciuti come GPP (Green Public Procurement). Il problema è gestito e risolto veramente alla fonte così come indica e vuole la Direttiva Europea 2008/98/CE, che regola appunto la gestione dei rifiuti e indica come massima priorità la prevenzione e riduzione alla fonte per una successiva e corretta preparazione al suo riutilizzo,” conclude Paolillo di Ecodyger.

Una visione di insieme può aiutare a comprendere il valore di questo progetto e del prodotto che è stato implementato dalla startup Ecodyger. Con il nuovo D.M. del 2017 sulla Tarip (tariffa Corrispettiva/Puntuale) sui rifiuti i grandi “produttori di rifiuti umidi” come i ristoranti, mense, supermercati ecc. vedranno crescere in modo significativo la loro tariffa, quindi questa soluzione di questa giovane startup del varesotto potrebbe essere una valida alternativa per abbassare le spese sui rifiuti.

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