Se pensate che la pasta sia solo quella di grano duro, vi sbagliate. A guardare lo scaffale della pasta oggi si scoprono le varietà più disparate. C’è quella di riso, di lenticchie, di soia, di kamut. E poi di mais, di farro, di grano saraceno, di piselli. L’ultima nata è la pasta a base di frutta, lanciata da La Rustichella d’Abruzzo: paccheri al kiwi, ai frutti di bosco, all’ananas.
Da cosa deriva il boom di quella che possiamo definire “l’altra pasta”?
I motivi sono almeno tre:
- la diffusione della dieta gluten free. A seguire questo tipo di alimentazione sono ovviamente i celiaci diagnosticati, che tuttavia – secondo l’Aic – rappresentano solo l’1% della popolazione. E poi tutti coloro – a giudicare dai dati di vendita, molti – che ritengono i prodotti privi di glutine meno dannosi per la salute, più facili da digerire o più sani;
- la fobia dei carboidrati. Permane l’idea che i carboidrati facciano ingrassare. Quindi meno pane, meno pizza e, quando si ha voglia di un piatto di rigatoni, che almeno sia a base di farina di legumi!
- la diversificazione dell’alimentazione. Le paste alternative sono (anche) una soluzione al bisogno di variare, senza troppi sforzi in termini di tempo/preparazione, la dieta quotidiana. E un modo (non sempre di successo) per fare mangiare ai bambini le odiate verdure.