7 key-point per una strategia SEO efficace

Si chiama SEO, acronimo di Search Engine Optimization, cioè “ottimizzazione per i motori di ricerca”: è una disciplina del Web Marketing ancora poco nota, benché estremamente efficace. Ovviamente, l’efficacia è direttamente proporzionale alle conoscenze tecniche e all’approccio strategico del professionista o dell’agenzia a cui scegliete di affidare il vostro sito.
Strategie e tattiche cambiano a seconda dei settori e si adattano alle guideline specifiche di ogni tipologia di business, nonostante le best pratice per “piacere” a Google siano generalmente simili: questo rende la SEO un mix vincente di attività trasversali e utili, sia per startup e PMI sia per multinazionali e grandi marche.


Ecco 7 key-point suggeriti da Pasquale Gangemi, Head of Operations di Pro Web Consulting, agenzia SEO indipendente con sede in Svizzera, che copre la maggior parte dei mercati internazionali grazie a uno staff esperto e altamente specializzato.


  1. Perché la SEO: investimento e risultati

    Perché una realtà dovrebbe investire in SEO? Alcune branche del Web Marketing promettono risultati più immediati e diretti, come AdWords, o sono semplicemente più in auge al momento, come Social e Programmatic. La SEO, di contro, ha certamente il miglior ROI sul medio-lungo periodo: a fronte di una minore immediatezza, porta risultati tangibili e, una volta impostata correttamente la strategia di ottimizzazione, la crescita del sito-Cliente diventa esponenziale. Consiglio per chi deve scegliere il proprio partner per la SEO: un’agenzia seria monitora sempre l’andamento del traffico e il posizionamento delle keyword rilevanti, fornendo reportistica puntuale tramite tool specifici e conseguenti fine-tuning tattici;
  2. On-site, contenuti e trust
    L’ottimizzazione per i motori di ricerca si compone di due macro-attività complementari tra loro. In primis, abbiamo l’On-site: si tratta dell’analisi della struttura del sito e delle modifiche o implementazioni necessarie affinché questo performi meglio sulla SERP. Grande importanza hanno i tag SEO principali, cioè parametri come Title e H1, ma fondamentali sono anche i contenuti: una corretta architettura dell’informazione e la redazione di testi ottimizzati, utili e informativi per l’utente, sono essenziali affinché il sito venga considerato attendibile agli occhi di Google. È bene che anche le immagini vengano correttamente ottimizzate, soprattutto in quei settori in cui la componente visiva è imprescindibile, come il fashion o il design. La seconda macro-attività consiste proprio nell’incremento dell’autorevolezza del sito, pertanto può essere definita trust-building: parliamo della creazione di risorse che veicolino trust al sito-Cliente in maniera naturale, tramite recensioni di prodotti/servizi, menzioni del brand e link;
  3. Internazionalizzazione
    Per espandere il proprio business online anche all’estero non è sufficiente avere un sito tradotto in più lingue. È necessario, innanzitutto, decidere come strutturare i domini multi-lingua/multi-country e impostare nel modo corretto i tag SEO di base, come l’Hreflang. Per procedere a un adattamento dei contenuti è bene affidarsi tassativamente ad un traduttore madrelingua, che possa cogliere tutte le peculiarità e rendere al meglio le differenze anche tra Paesi che parlano, in linea di massima, la stessa lingua. Tutto questo è necessario onde evitare, sia come posizionamento sia come UX, criticità, cannibalizzazioni di traffico e confusione per l’utente: ad esempio, se un sito dedicato al mercato canadese è mal geo-localizzato, potrebbe risultare visibile anche sulla SERP in Francia, causando problemi di ranking, sfumature linguistiche, valuta e spedizioni;
  4. Migrazioni
    State pensando di cambiare sito senza una strategia di redirect? Non è una buona idea: non basta creare un nuovo portale su una nuova URL, facendo copia-incolla dei contenuti in una nuova struttura grafica. Così facendo, rischiate di perdere tutto il trust acquisito nel tempo dal vostro precedente dominio, generato sia dalla sua “storicità” sia dai backlink provenienti da altre fonti. Per fare un cambio di dominio senza rischi per il traffico e il posizionamento, è sempre bene prevedere una strategia di migrazione SEO ad hoc: significa predisporre dei redirect, cioè dei precisi comandi che facciano comprendere a Google il passaggio tra vecchie e nuove pagine;
  5. E-commerce
    Gli store online sono portali dalla struttura particolare, composti di elementi differenti rispetto a un sito editoriale, ecco perché necessitano di una strategia mirata. Le principali sfide da affrontare per il posizionamento di un e-commerce riguardano l’ottimizzazione delle schede prodotto e, in particolare, l’eventualità della loro duplicazione, nonché l’assenza di testo all’interno delle pagine di categoria;
  6. Peculiarità di settore, piattaforme di sviluppo e utente al centro
    La SEO non è mero tecnicismo, al contrario: è una disciplina multiforme, che varia a seconda dell’approccio strategico adottato, degli obiettivi da raggiungere e del settore a cui viene applicata. È fondamentale, infatti, il rispetto per le guideline specifiche di ogni ambito: una industry complessa come quella del fashion/luxury, ad esempio, ha norme di comunicazione stringenti, come l’importanza delle immagini e della componente visiva, che devono armonizzarsi con le best practice SEO.
    Un bravo SEO Specialist deve anche essere in grado di lavorare sull’ottimizzazione a prescindere dalla piattaforma di sviluppo, che sia WordPress, Magento o una struttura complessa come AngularJS.
    Inoltre, mai dimenticare che al centro c’è sempre l’utente: monitorare i volumi delle keyword significa comprendere cosa gli utenti cercano e come, durante precisi momenti dell’anno. Una strategia user-first dà sempre i migliori risultati perché offre all’utente ciò che davvero vuole trovare in Rete;

  7. Mobile

    La versione responsive del vostro sito è necessaria, sia per la considerazione che i motori di ricerca ne avranno (non è passato molto tempo dal famigerato Mobilegeddon) sia per il bene degli utenti, sempre più always-on e fruitori della Rete da mobile. Google dà sempre più importanza ai device mobili: recentemente Gary Illyes ha annunciato che prossimamente il mobile index di Big G diventerà quello primario, a scapito dell’indice desktop. Il doppio indice comporta, quindi, di dover ragionare su una pagina come se le versioni desktop e mobile fossero due “siti diversi”.
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