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9 buoni motivi per iniziare un nuovo lavoro e una nuova vita

L’elenco delle principali ragioni per le quali si ricomincia volontariamente
  • Data 29 lug 2019
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9 buoni motivi per iniziare un nuovo lavoro e una nuova vita

Una categoria di nuovi inizi contempla quelli decisi da noi. Si tratta dei casi più favorevoli ma, anche se siamo noi a dire: “Adesso ricomincio”, non significa necessariamente che siano facili e indolori. Anche per quelli più felici, in cui ricominciare è una libera scelta e non ci sono difficoltà né materiali né psicologiche, è richiesta agilità e capacità di adattamento. In alcuni casi poi, il nuovo inizio è scelto, ma “forzatamente”, per togliersi da situazioni pericolose o frustranti. L’elenco delle principali ragioni per le quali si ricomincia volontariamente parte proprio da questi, in quanto si collocano a metà strada tra inizi subìti e inizi voluti.

1) Uscita da vicoli ciechi. Capita di investire tempo ed energia nel perseguire una carriera o una professione e, ciononostante, di non riuscire a farsi strada o di non raggiungere i traguardi sperati. È il caso di chi attende una promozione che non arriva mai, di chi non passa un concorso o non viene selezionato per far parte di una squadra. Oppure ci si può rendere conto che, nel posto di lavoro in cui siamo, abbiamo smesso da tempo di imparare cose nuove o non riusciamo a costruire una buona relazione con i colleghi o a farci apprezzare dai capi. Infine, potremmo anche essere giunti alla conclusione che il nostro posto sia a rischio o che, addirittura, lo sia l’azienda stessa per la quale lavoriamo. Analogamente, potremmo aver capito che una relazione sentimentale è arrivata al capolinea o che non ci darà mai quello che cerchiamo. In tutti questi casi la via d’uscita è un nuovo inizio. La decisione di ricominciare è nostra, ma siamo stati costretti o fortemente spinti a farlo.

2) Necessità di essere se stessi. A volte, nel corso della vita, possiamo scoprire di essere una persona differente da quella che pensavamo e che ricominciare sia l’unico modo per essere fedeli a noi stessi. Magari credevamo di volere una vita tranquilla, ma poi siamo sempre inquieti e sentiamo il bisogno di imprese più stimolanti per sentirci vivi, oppure abbiamo conquistato un lavoro molto impegnativo e competitivo e ci rendiamo conto che non sopportiamo lo stress cui ci sottopone. Se restare dove siamo e come siamo è diventato insopportabile, anche se nessuno ci costringe, sentiamo fortemente la necessità di ricominciare.

3) Desideri che si realizzano. A volte i sogni si realizzano, ma non sempre ci trovano preparati. Magari abbiamo avuto la promozione che aspettavamo oppure ci hanno proposto di far parte di una nuova iniziativa; magari abbiamo trovato finalmente lavoro (come Annamaria nella storia che ha aperto questo capitolo) oppure siamo stati selezionati per l’incarico che inseguivamo da tempo; magari ci stiamo finalmente trasferendo nella città dove volevamo andare a vivere o, ancora, ci stiamo per sposare. Eppure, chissà come mai, invece di gioire, proviamo un po’ di paura e, forse, siamo assaliti da dubbi e insicurezze. Questi nuovi inizi sono i più facili ma, come sa bene chi si è trovato in queste circostanze, possono comportare comunque stress. Può succedere, per esempio, che si tema di non essere all’altezza o di non riuscire ad adattarsi, oppure che la situazione si riveli da subito più difficile o meno promettente del previsto. A volte si sottovaluta il fatto che, anche in questi casi favorevoli, se non ci si è preparati a ricominciare, si rischia di partire con il piede sbagliato, di avere una performance meno buona di quella che avremmo potuto avere, di essere troppo cauti o ansiosi.

4) Opportunità inaspettate che si presentano. Quando le opportunità bussano alla porta, non è detto che le accogliamo senza riserve a braccia aperte. Se ci chiama un “cacciatore di teste” per proporci un nuovo lavoro oppure qualcuno ci offre di avviare un progetto insieme, magari diventiamo scettici e ne vediamo solo gli aspetti negativi. Messi davanti a un evento positivo e imprevisto che comporta la possibilità di un nuovo inizio, potremmo sentirci incerti e insicuri anziché fortunati e vittoriosi (è il caso della protagonista della storia iniziale, Daniela).

5) Volontà di realizzare un’idea o perseguire una missione. Che si tratti di un’idea imprenditoriale o di un progetto not-for-profit o politico, può succedere che ci conquistino al punto da voler mollare tutto per realizzarli. Può succedere perché, una volta affermati nella nostra professione, perdiamo un po’ della motivazione iniziale e cerchiamo nuove sfide, oppure perché, per circostanze anche casuali, veniamo a conoscenza di un progetto o di una possibilità e ne restiamo affascinati. È il caso di chi lascia lavori ben remunerati e con ottime prospettive (o anche, semplicemente, dei lavori) per avviare una nuova impresa o far parte di un progetto politico o umanitario. È anche il caso di coloro che vogliono avere un impatto sociale positivo e agire direttamente per affrontare i problemi dell’umanità. Rendendosi conto che non è possibile farlo nel tempo libero, devono cambiare professione e ricominciare. Il caso classico è quello di imprenditori o manager diventati filantropi che si allontanano dalla loro impresa o dal loro lavoro per avviare una fondazione o una non profit. C’è un denominatore comune in questi casi: in apparenza tutto va a gonfie vele e non ci sarebbe bisogno di ricominciare, ma in realtà manca qualcosa che dia significato alla vita e questo rende un nuovo inizio, con tutti i rischi e le rinunce che comporta, quasi un imperativo.

6) Desiderio di autorealizzarsi. Credere che tutti si possano realizzare nella vita senza mai cambiare strada è un errore. Pensate a chi, dopo aver intrapreso un corso di studi o una professione, decide di cambiare radicalmente avviando un percorso nuovo, in cui si identifica di più e che può quindi permettergli di attuare il suo potenziale. O a chi, dopo aver seguito una strada convenzionale, magari per conformarsi alle aspettative altrui (per esempio, dei genitori o del partner), trova il coraggio di ricominciare per seguire una passione che aveva messo temporaneamente da parte. Chi fa questo tipo di scelta, pur potendo contare sull’entusiasmo legato alla propria autorealizzazione o passione, è comunque sottoposto a stress. È anche possibile che incontri vari ostacoli, pratici e psicologici, che le persone intorno non capiscano o non condividano la scelta e che alimentino dubbi e ripensamenti. È da notare che, soprattutto da giovani, avere le idee chiare su ciò che si vuole fare non è comune: si ha relativamente poca esperienza diretta della vita e delle professioni e ci si fa facilmente influenzare da pareri di persone più grandi. Inoltre, come esseri umani cambiamo ed evolviamo, quindi un percorso che ci poteva apparire interessante a 20 anni, magari non ci piace più a 30 o a 50. Infine, alcune persone hanno molti interessi ed è difficile che si possano sentire realizzate tutta la vita perseguendo una sola carriera. In conclusione, il processo con cui noi esseri umani ci realizziamo nella vita e nel lavoro è dinamico e può comportare non solo piccoli aggiustamenti di rotta, ma anche vere e proprie virate e nuovi inizi.

7) Scoperta di una passione. Capita che, dopo anni trascorsi svolgendo con successo una professione, scopriamo una nuova passione, che magari nasconde anche un talento che non sapevamo di avere. È un caso simile al precedente, ma in questo la scoperta della propria passione è una rivelazione che arriva dopo che altri percorsi ci hanno permesso di raggiungere una buona e confortevole posizione. Che fare? Lasciare tutte le sicurezze per lanciarsi nella nuova avventura? Non è una scelta che si fa a cuor leggero, anche se l’attrazione verso la nuova passione e magari la scoperta di un inaspettato talento aiutano.

8) Desiderio di essere sempre sulla cresta dell’onda. Qualcuno sceglie di passare da una carriera all’altra per restare sempre sulla cresta dell’onda (si dice “fare il surf con la carriera”), tipicamente quando svolge una professione che non permette permanenze lunghe ai vertici. Per riuscirci, bisogna essere molto abili nel “trovare la prossima onda” e nel salirci sopra al momento giusto. Qualcuno si dedica a questo surf perché vuole uscire di scena nel momento del massimo trionfo, quando la carriera ha raggiunto il picco, per evitare la fase declinante. È una scelta e stiamo parlando di solito di casi privilegiati, ma non è una decisione banale perché comporta un rischio: non necessariamente la nuova carriera sarà fortunata come la prima né la nuova vita altrettanto gratificante. Naturalmente, se si ricomincia in queste circostanze si può contare su livelli molto alti di autostima, energia e ottimismo e sulla spinta del successo precedente. Spesso questi casi si verificano nello sport e nello spettacolo, ma ne ho visti anche in altri campi in cui le carriere sono totalizzanti. Ricominciare, in questi casi, richiede che ci si ricostruisca un’identità separata da quella precedente che tutti riconoscono e ammirano, cosa non scontata. Pensate a famosi piloti di Formula 1, a tennisti e calciatori che ricominciano come imprenditori o coach. Oppure pensate a top manager che decidono di diventare produttori di vino o apicultori, senza aspettare di essere giubilati.

9) Volontà di continuare a lavorare dopo la pensione. Non tutti sognano la pensione passata alla bocciofila, sui campi da golf o con i nipotini, almeno non 24 ore al giorno. Soprattutto nell’era della longevità, molti di noi non vogliono smettere completamente di lavorare. Talvolta la soluzione è semplicemente continuare a fare, magari con minori responsabilità dirette e con orari più ridotti, quello che si faceva prima. Altre volte, quando questa opzione non è possibile oppure non è quella desiderata, si deve ricominciare. Per esempio, se si desidera svolgere un’attività utile alla società per lasciare un’eredità positiva. Se prima si lavorava nel settore privato, aiutare una scuola, dei malati, un museo o un gruppo di artisti richiede un nuovo inizio perché si tratta di mondi diversi da quelli che si conoscono e in cui ci si è accreditati.

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"OGNI GIORNO, QUELLO CHE SCEGLI,
QUELLO CHE PENSI E QUELLO CHE FAI
È CIÒ CHE DIVENTI"

(Eraclito)


Testo tratto da Il magico potere di ricominciare, Odile Robotti, Mind Edizioni. 

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