Marketing fieristico: è veramente tutto pronto per l’occasione?

Molte volte noto che le aziende italiane, ma non solo, pongono molto sforzo economico, in termini di tempo e fatiche nell’organizzare al meglio la presenza a una fiera. Indipendentemente che questa si svolga in Italia o all’estero, possono essere spese decine, fino a centinaia di migliaia di euro fra il planning, contatti, accordi, spese dell’affitto e del design dello stand, trasferimenti e personale sottratto in azienda o comunque da retribuire se stiamo parlando di hostess.

Troppe volte ci si proietta verso indubbiamente una grande opportunità ma non sempre si prende in esame completamente il marketing mix dedicato alla presenza in fiera. Molto spesso se vi è stata una diramazione della notizia, probabilmente è l’ennesimo comunicato stampa stanco, perché “andava composto e andava pubblicato” e amen, così è contento il boss, è contento il capo ufficio stampa, il marketing, la comunicazione e così il compito è assolto e chiuso.

Vediamola anche da quest’altro punto di vista: inviare dei comunicati stampa, social press releases, avviare delle campagne di digital marketing e social media è senza dubbio meno costoso di tutto il budget destinato all’esposizione. Creare un marketing mix fieristico e una strategia ad hoc può essere più coinvolgente, per tutto lo staff in azienda, che pubblicare sulla homepage aziendale che il giorno x si esporranno i nostri fantastici prodotti o servizi presso il tale stand, della tale fiera.

Usare il database dei contatti aziendali? SMS? Proximity marketing? Perché no? Ma magari usarli attraverso il retargeting o remarketing per ricordare ai nostri partner commerciali, potenziali clienti che stiamo per esporre in fiera. Chiaro che è importante che certe strategie, tutto sommato low cost, vengano attuate in anticipo rispetto all’evento espositivo. Il tutto prepara l’azienda a presentarsi in anticipo rispetto ai potenziali buyer e addirittura prestabilire gli appuntamenti di business ben prima di arrivare in fiera, oltre che fornire visibilità mirata allo stand e ai prodotti o servizi proposti. Seguendo tale ottica possiamo ad esempio informare i giornalisti TV o della stampa e magari indirizzarli verso il nostro stand, che risulterà più in evidenza rispetto ad altri della concorrenza.

Quindi con un corretto marketing mix digitale è necessario creare a monte, prima di esporre in fiera, un database con prospect, influencer, buyer, potenziali partner commerciali, giornalisti, blogger o visitatori interessati ai prodotti o ai servizi esposti. È necessario pianificare incontri con queste persone molto prima di arrivare in fiera ed esporre allo stand, in modo tale da stabilire incontri di business sul posto mesi o settimane prima dell’esposizione. In tal modo si avrà anche il tempo necessario in anticipo di pianificare incontri di business nell’azienda del buyer o in meeting al di fuori dell’evento fieristico. Così facendo sarà possibile anche prenotare l’hotel e biglietto aereo in anticipo, risparmiando sui costi, ma aggiungendo giorni o ore preziose per incontri di business già avviati sul posto.

Da quando esiste internet il comunicato stampa è cambiato poiché, come ricorda anche il noto Brian Solis il comunicato stampa è diventato ormai da anni social media release e Human to Human. Il comunicato stampa, come dice il nome, nacque in buona parte per informare la stampa di riferimento.

Mentre oggi il comunicato può essere inviato a molte redazioni di settore e non, ma anche vederlo indicizzato da Google, o altri motori di ricerca se parliamo a livello internazionale, vedere fra i risultati di Google News la partecipazione aziendale a tale evento fieristico tramite comunicati che sono stati pubblicati da varie testate, vari magazine online o riviste o quotidiani cartacei generici o di settore. Così la comunicazione tramite press release o social media release viene letta sia da un pubblico B2B, che B2C.

La nostra partecipazione a un evento B2B, o anche B2C può essere rappresentata con dei comunicati o anche in formato multimediale in modo diverso, a seconda del tipo di pubblico che vogliamo andare ad informare. Informando attraverso il web si crea anche una sorta di reputazione online. Troppo spesso, cercando il brand di una data azienda estera, già è tanto trovare il sito in lingua del target.

Ma se il russo, ad esempio, usando Yandex cerca un brand, trova il sito, ma non trova nessuna notizia a supporto dell’azienda o dei suoi prodotti? È un po’ come cercare nella nostra lingua di appartenenza oggi un medico e non trovare nessuna referenza a proposito. Per quanto il medico mostri le proprie competenze, gli asset mediatici esterni rinforzano l’opinione creata all’inizio e le eventuali informazioni aggiuntive possono accrescere la fiducia verso il brand, oppure no e quindi favorire una visita o un incontro di business in fiera.

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