La fisica e la matematica possono aiutare i manager

Per chi deve governare e gestire organizzazioni complesse quali suggerimenti concreti possono provenire da saperi così diversi?

Il fisico Carlo Rovelli ha messo in evidenza, nei suoi innumerevoli scritti, come la scienza prima di essere esperimenti, misure, matematica, deduzioni rigorose sia soprattutto un’attività visionaria.

Per chi deve governare e gestire organizzazioni complesse quali suggerimenti concreti possono provenire da saperi così diversi come la fisica e la matematica?

Tutti i giorni, infatti, i manager devono misurarsi con problemi asfissianti e urgenti: clienti scontenti, crediti da incassare, collaboratori da motivare, scorte da tener basse e così via.

Già nei decenni conclusivi del Novecento si sviluppò una riflessione che mise in luce come apparisse urgente e decisiva una nuova ricomposizione dei saperi per poter affrontare, da molteplici punti di vista, lo studio di una realtà di estrema complessità quale è il management, ma non solo.

La sfida della complessità, caratterizzante tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, richiede di articolare molteplici prospettive attraverso le quali osservare il mondo. Anche quello delle imprese.

Oggi esse sembrano più immobili ed eterne di quanto la fisica classica “immobilizzasse” la natura.

Il tema che si trovano ad affrontare imprenditori, top manager, “mandarini” della pubblica amministrazione, governanti (cioè tutte le classi dirigenti) è inedito e complessivo: debbono costruire nuove imprese all’interno di un nuovo sistema economico e di una nuova società.

Questa è la ragione che ci ha suggerito di andare oltre i tradizionali ambiti economico sociali, riferimento tipico di chi si occupa di impresa, per esplorare nuovi territori e cercare risposte ai problemi contemporanei delle organizzazioni.

È nata così l’idea di proporre una sintesi delle nuove conoscenze che stanno emergendo nel mondo della scienza, in particolare fisica e matematica, e provare a immaginare che contributi possano dare queste conoscenze per vincere la sfida che abbiamo di fronte.

L’approfondimento di queste tematiche ci ha guidati alla creazione, in collaborazione con il fisico Francesco Zanotti, di un set di “strumenti” destinati ad amministratori delegati, direttori generali, responsabili delle varie funzioni aziendali che vogliono potenziare e arricchire le proprie capacità di lettura della realtà e di elaborazione strategica.

Un’esplorazione troppo estrema? Pensiamo di no.

Osservare attraverso questa diversa lente l’attività di impresa non può che modificare alcuni dei paradigmi abituali e, probabilmente, offrire qualche ipotesi per una sua migliore gestione.

Per esempio, scoprire le “incertezze” e gli infiniti spazi di libertà della matematica fino a far emergere un fare matematica che somiglia al lavoro dell’artista, può contribuire alla costruzione di mondi che vanno giudicati in base alla loro “bellezza”.

Forse il manufatto che si cerca di far somigliare più alla verità è il piano strategico dell’impresa. Ma se anche la matematica è un libro di storie, allora non può esserlo anche un piano strategico o un business plan?

Ma la strategia “deve poi accadere”. Allora occorre che il piano strategico sia una storia scritta insieme dall’impresa, dal suo mercato e dai suoi stakeholder. E da tutti deve essere giudicata così bella ed emozionante che non la si può che far accadere.

Ecco perché pensiamo che fisica e matematica possano allora essere integrate nelle tradizionali discipline applicate al mondo economico per pensare in modo diverso al management e alla gestione delle organizzazioni.

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca