Conflitti creativi

La gestione delle contrapposizioni in ambito lavorativo: approcci e strategie per negoziatori evoluti

A QUALCUNO PUÒ NON PIACERE, ma il conflitto è un indicatore della vitalità di un sistema, è normale, naturale, salutare, insito nella natura umana. Il conflitto è divertente, creativo, inclusivo.
L’alternativa al conflitto è il consenso, una situazione di accordo e armonia che consolida l’agire comune, ma il consenso ricercato sempre e comunque risulta alla lunga foriero di atteggiamenti ottusi e miopi che producono quella “finta pace sociale” tanto comoda quanto pericolosa in un’organizzazione.
Se due persone la pensano sempre allo stesso modo, una delle due è di troppo. Una coppia che non abbia mai avuto un conflitto o una discussione è pronta per il Paradiso, se in ufficio ogni tanto non si discute vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. È difficile pensare che tra persone intelligenti non possa mai nascere un momento di discussione o un motivo di disaccordo. Ecco perché si può asserire che il conflitto è un elemento di vitalità, un indicatore dell’energia di un sistema. Il conflitto ben gestito aumenta, accende, stimola, crea, obbliga a dubitare, disturba, spinge a cambiare, invita a strade nuove e mai percorse prima. Mentre il consenso appiattisce, smorza, conferma, riproduce, verifica, ripete, continua, rassicura, tranquillizza: l’accordo su tutto e a qualunque costo, la ricerca del compromesso a oltranza spengono la vitalità di un sistema.
Non si vuole dire che bisogna sempre e per forza essere in conflitto con qualcuno, ma che non si può tralasciare il lato creativo e innovativo del conflitto.

Il conflitto è un indicatore della vitalità di un sistema, è normale, naturale, salutare, insito nella natura umana. Il conflitto è divertente, creativo, inclusivo

Le 3 regole d’oro per la gestione dei conflitti
La gestione dei conflitti è la capacità di affrontare e tenere sotto controllo situazioni che originano contrasti all’interno dei gruppi e tensioni nei rapporti interpersonali.
Implica la capacità di non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà nei rapporti con gli altri, riuscire a individuare i fattori essenziali che possono generare tensioni interpersonali, affrontare direttamente le tensioni e i problemi bilanciando fermezza e comprensione.
Per la gestione dei conflitti i negoziatori evoluti suggeriscono di seguire tre linee di comportamento generali: separare le persone dal problema; concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni; inventare soluzioni vantaggiose per tutti.
1. Separare le persone dal problema. Applicare la prima regola del negoziatore evoluto vuol dire separare il rapporto personale (io-l’altro) dall’oggetto della trattativa; in questo modo si tratta direttamente il problema, ci si focalizza sull’obiettivo e si lasciano in secondo piano i comportamenti, gli atteggiamenti e le questioni personali. Avremo sicuramente un vantaggio negoziale imparando a metterci nei panni degli altri per capire come vedono la questione.
2. Concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni. Il negoziatore evoluto, prima di scegliere l’arrocco (la mossa degli scacchi che prevede di scambiare la torre con il re per aumentare la potenza difensiva), prova a concentrarsi sugli interessi comuni, si sforza di guardare lontano, mira all’obiettivo, polarizza la sua attenzione sul risultato e non sul punto di partenza (la sua posizione iniziale e quella dell’altro).
3. Inventare soluzioni vantaggiose per tutti. Il negoziatore efficace sa “allargare la torta prima di dividerla”. Questa regola base ci aiuta a capire come sia importante dedicare tempo alla diagnosi e all’analisi della questione. Dato che è facile capire che un problema ben definito è per metà risolto, il negoziatore evoluto non cade nell’errore di dare giudizi prematuri, emettere sentenze inappellabili, prendere decisioni irrevocabili o assumere posizioni intransigenti. Sa evitare gli assolutismi e si sforza piuttosto di cercare/capire nel corso della trattativa come arricchire l’accordo con dettagli e aspetti di interesse per l’interlocutore senza rinunciare a ciò che è importante per sé.

Il negoziatore evoluto sa utilizzare “stratagemmi” semplici per risolvere situazioni difficili: lo fanno gli animali, le piante e… anche gli umani


L’arte della persuasione
Il negoziatore evoluto sa utilizzare “stratagemmi” semplici per risolvere situazioni difficili: lo fanno gli animali, le piante e… anche gli umani. Usate lo jujitsu (arte marziale giapponese) negoziale per schivare l’attacco, non reagite, non irrigiditevi, non usate una controreazione o una controproposta, ma integrate la proposta altrui nella vostra; guardate cosa c’è dietro al loro cambio di strategia o alle nuove richieste avanzate e chiedetevi per quale motivo hanno modificato (dovuto modificare) la rotta; non difendete le vostre idee a oltranza ma sollecitate critiche, consigli e proposte; spostate l’attacco dalla vostra persona al problema; rispondete con domande, molte domande.Ecco alcuni esempi dell’arte della persuasione:
1. trasforma l’ospite indesiderato in oste;
2. il massimo della complessità è la semplicità, non la complicazione;
3. la migliore difesa è l’attacco sull’attacco dell’avversario;
4. non essere mai bugiardo, piuttosto afferma verità impossibili;
5. scaccia un dubbio, generando altri dubbi;
6. studia le strategie perdenti e… impara come evitarle;
7. la virtù non sta nel “giusto mezzo” ma nell’“alternanza fra gli estremi”;
8. disarma la serietà con il riso e opponi la tua serietà a chi ride;
9. sii gentile con chi ti disprezza, sarà per lui insopportabile;
10. spegni il fuoco aggiungendo la legna.

Canovaccio relazionale nella gestione dei conflitti
Allora… lasciate che siano gli altri ad avere quasi sempre ragione, siate sempre voi a compiere il primo passo per trovare un accordo, prima di tutto cercate di capire, scegliete con cura le vostre battaglie, uccidete i vostri nemici con gentilezza, chi non scappa fa scappare gli altri, non prendetevela per le piccole cose, non fate i perfezionisti, non vogliate avere ragione a tutti i costi.

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