
COME SI STANNO EVOLVENDO I MODELLI DI BUSINESS NEL TURISMO? Quali nuove competenze distinguono un manager di un’impresa turistica di successo? Manageritalia, con la collaborazione di Confcommercio, Ciset – Centro internazionale di studi sull’economia turistica e il contributo di Fondir, ha voluto dare una risposta a queste domande con un percorso di indagine di tipo qualitativo e quantitativo a livello nazionale, presentato di recente nel corso di un evento a Roma.
Una ricerca sui casi di successo
La ricerca è stata promossa e coordinata da Manageritalia Veneto e ha coinvolto Manageritalia Bologna e Palermo, interessando così tre importanti e differenti regioni turistiche italiane. Sotto i riflettori le best practice a livello nazionale e internazionale e l’evoluzione dei modelli di successo, coinvolgendo i massimi esponenti italiani del turismo. Sono state infine presentate a manager e imprenditori del settore le linee guida in grado di dare indicazioni precise e pratiche sui cambiamenti nel turismo.Le linee guida (riprese a pagina 20) riguardano il ruolo del cliente-turista da coinvolgere sempre più all’interno dell’impresa, e il ruolo del network fra le aziende dentro e fuori la filiera turistica.
Aziende aperte, senza gerarchie e fluide
In questo settore, dominato da ridotta formalità e da forte relazionalità, si affacciano nuovi modelli di business che rispecchiano tendenze sempre più evidenti, quali l’assenza di un confine tra interno ed esterno dell’azienda (aspetto connesso in particolare ai nuovi social media), un approccio antigerarchico e le sempre più frequenti contaminazioni che oggi dominano la scena turistica con un forte impatto rispetto ad altri contesti.
È il cliente che decide
Cambiano inoltre la modalità di comunicazione e di connettività, sempre più ubique, la volontà del cliente di prendere parte al processo di creazione, innovazione ed evoluzione del prodotto turistico e, infine, la necessità di considerare gli interessi, le “passioni”, le culture di soggetti “potenzialmente” turistici, spesso non adeguatamente valutate ma in grado di arricchire il prodotto turistico e di rendere appetibile la “destinazione”.
Reti senza confini
Diviene sempre più necessario un cambio di prospettiva rispetto a quelli che sono stati definiti i driver del cambiamento: da rete d’impresa a rete senza confini, in grado di sviluppare rapporti informali e di rendere il consumatore parte integrante della rete; da un utilizzo delle tecnologie a supporto della propria attività alla necessità di “respirare digitale” per poter cavalcare i tempi, automatizzare i processi a minor valore aggiunto e ampliare le possibilità, i momenti e le modalità per conoscere il cliente attraverso nuovi canali; dalla gestione di rapporti pubblico-privati alla creazione di partnership tra settore pubblico e privato basate sullo scambio di knowhow e di competenze.
I macro temi emersi dall’indagine
Mara Manente, direttrice di Ciset, spiega come «Ibridazione, flexible network design, consumer co.creation, nuove figure quali il prosumer e, infine, il ruolo del consulente-produttore, sono i temi fondamentali emersi dallo studio e sono gli aspetti su cui è necessario focalizzare l’attenzione per poter realmente innovare ed eccellere nel settore turistico», come si vede nel box a fondo pagina.
Ibridazioni di settori, prodotti e team
Un’attenzione particolare viene data proprio al concetto di ibridazione, definito da Manente come «Combinazione di elementi del turismo con aspetti distintivi di altri settori, come fosse il frutto nato da una fusione. È una delle innovazioni più significative su cui il settore sta costruendo i propri business. Con il termine ibridazione si intende non solo quella di prodotto, ma anche quella di competenze: la creazione, infatti, di team ibridi favorisce la nascita di un prodotto altamente qualificato, originale e appetibile da più target».
Sovrapposizione tra produttore e cliente
Tra i vari temi, una nota di attenzione viene conferita al “prosumer”, nuova figura per la scena turistica: si tratta dell’incontro tra produttore e cliente, dalla sovrapposizione tra le due. «La condivisione di valori e passioni tra il target e l’imprenditore», sottolinea il Ciset, «consente in primis la conoscenza approfondita della comunità di riferimento e spesso accade che vi sia in queste figure una sovrapposizione tra la sfera lavorativa e quella personale e del tempo libero».
Cambiare prospettiva
Dalle interviste svolte emerge come le determinanti del cambiamento, quindi la co-evolution, un approccio poco gerarchico e i network relazionali, stanno iniziando ad avere impatti notevoli sul settore. La flessibilità e l’ibridazione, intese in termini di conoscenze e competenze organizzative e individuali, diverranno pietre miliari su cui strutturare il proprio business model.
Per potersi evolvere, il turismo richiede un cambio di prospettiva che modifichi la chiusura e l’autoreferenzialità dominante delle imprese, che agevoli il passaggio generazionale e che favorisca la diffusione di competenze aggiornate, proprie di modelli di business all’avanguardia (vedi box sotto).