Gruppo Pensionati print

UN GRUPPO CHE NON VA IN PENSIONE

Giuseppe Candela è il coordinatore del Gruppo Pensionati di Manageritalia Torino. Sposato con due figli e due nipoti. Vive a Torino da 33 anni, anche se non è piemontese, pensionato.
Per i primi anni ha fatto della formazione nell’ambito dell’auto, sia tecnica che commerciale. Oggi, oltre all’impegno di coordinatore in Manageritalia Torino, fa del volontariato professionale (contabilità semplificata in una struttura dell’Equo Mercato, poi fiscalità e previdenza alle ACLI), si occupa dei nipoti, di bricolage e fa po’ di attività fisica. L’abbiamo raggiunto al telefono per farci raccontare qualcosa sul gruppo che coordina in associazione.

Quando è nato il Gruppo Pensionati di Manageritalia Torino e come si è evoluto nel tempo?
Il Gruppo è sempre esistito e oggi conta circa 500 persone. Da un anno e mezzo circa ho sostituito Michele Aprà come coordinatore. Nel tempo il gruppo è cresciuto, la percentuale di pensionati è aumentata sia nella popolazione italiana che in quella di Manageritalia. Oggi, nonostante l’ampiezza del gruppo, in tutte le manifestazioni riservate ai pensionati la partecipazione è sempre stata da 15 a 20 persone, eccezionalmente si è arrivati a 35.

Quali sono gli obiettivi del gruppo?
Gli obiettivi sono quelli di fare aumentare la partecipazione dei pensionati alle manifestazioni di Manageritalia Torino e di coinvolgere più persone a dedicare un po’ del proprio tempo alla vita associativa.
Facilitare, ai colleghi che si avviano alla quiescenza, il passaggio dalla vita lavorativa a quella di pensionato che in alcuni casi pone dei problemi.

Che tipo di iniziative avete organizzato e quali sono i programmi per il futuro?
Si sono organizzati convegni, conferenze, gite. L’ultima conferenza sulla salute, argomento che interessa i pensionati, ha avuto un discreto riscontro. Proseguiremo con le conferenze sulla salute e il tempo libero, come pure con le gite culturali-gastronomiche. Si sta pure sviluppando il tema del volontariato professionale che dovrebbe coinvolgere un certo numero di colleghi.
Il Gruppo Pensionati ha dibattuto con autorevoli relatori temi di grandissimo interesse per il futuro nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti, tra cui “Ambiente” (con la “A” maiuscola). L’incontro ha fatto capire a tutti i partecipanti di essere, con i propri comportamenti anche se in buona fede, corresponsabili del deterioramento del nostro pianeta e di poter, con semplici piccole azioni, contribuire al miglioramento dello stato del nostro universo.
Nell’ambito del Fasdac, l’operazione “screening glaucoma” è stata molto apprezzata dai nostri soci.
Si pensa di fare qualcosa di simile in futuro, magari per altri temi. In linea con il progetto “Osmosi” (che si propone di valorizzare le best practices di ogni federazione mettendole a denominatore comune), si cercherà di confrontare l’esperienza del Fasdac con quella del Fasi (il fondo sanitario dei colleghi dell’industria) e armonizzare, in particolar modo, le convenzioni dirette.

In che modo il gruppo può partecipare in modo attivo alla vita dell’Associazione dando un contributo per lo sviluppo di servizi per la categoria.
Quando parliamo di gruppo di pensionati, abbracciamo persone che vanno da 58 a oltre 90 anni con aspettative e disponibilità diverse. Per disponibilità non si intende solo di tempo ma anche di possibilità fisiche a partecipare alla vita associativa. Tuttavia quando gli argomenti toccano gli interessi degli associati, gli stessi partecipano (come nel caso dell’incontro dello scorso maggio a Milano sulle pensioni). Per il resto diventa difficile. Solo con un’opera, quasi personalizzata, di telefonate si riesce a coinvolgere le persone.

Dal vostro osservatorio, come vivono gli ex manager l’Associazione?
A parte un gruppetto ristretto che vive attivamente la vita dell’Associazione, per il resto, forse è disarmante dirlo, vive e frequenta l’Associazione esclusivamente per le prestazioni del Fasdac. Con questo non bisogna rassegnarsi e insistere per coinvolgere. Purtroppo tutte le associazioni, indipendentemente della categoria hanno il problema del coinvolgimento dei soci.