
1) Collective diversity
Una casa, una famiglia, molte storie, è storia del passato. Le forme collettive di abitazione acquisiscono sempre più importanza, soprattutto per i giovani. Mettere in comune, socializzare, condividere spazi e tempo.
2) Peak home
Assistiamo progressivamente alla decostruzione della classica abitazione che evolve e muta assieme alla città in un ecosistema dove la casa mantiene solo alcune funzioni (dormire, per esempio) e il resto viene esternalizzato.
3) Platform living
L’immobile diventa un po’ mobile e l’abitare sempre più flessibile, estemporaneo e situazionista per soddisfare le esigenze dei nuovi nomadi digitali e figli (coatti) della cosiddetta platform economy.
4) Branded living
Il nuovo trend? Vivere in (grazie a) un brand che rappresenta bene il mio stile di vita o lavoro. Il prossimo brand living potrebbe anche abolire numeri civici e vie. Vivo nel quartiere Virgin nella casa Fitness First.
5) Augmented convenience
La futura personalizzazione nella propria abitazione passa per l’automazione, da non confondere con la vecchia domotica. Realtà virtuale e aumentata, riconoscimento vocale e relativi assistenti renderanno la vita comoda e su misura.
6) Somewhere strikes back
Più forte il trend (co-living), più forte il controtrend (for me living) che punta (ancora una volta) verso uno stile di vita semplice e radicato. Il ritorno al passato non è solo nostalgica difesa ma pretesa di difendere la vita “privata”, privata dalla sua privacy.