Attualità

Società

Fuga dei cervelli: la fotografia di PwC

I risultati di un sondaggio su un campione di italiani che vivono e lavorano all'estero
Print
Fuga dei cervelli: la fotografia di PwC

L’Ufficio Studi PwC ha reso noti i risultati di un sondaggio che ha coinvolto 130 italiani che vivono e lavorano all’estero, analizzando le ragioni che spingono i giovani a lasciare l’Italia e i fattori che ne disincentivano il rientro.

L’indagine intende dare un supporto a Talents in Motion, il progetto di Social Responsibility che ha l’obiettivo di promuovere l’attrattività del nostro paese per i talenti italiani e stranieri.

Il 48% dei talenti italiani che vivono all’estero ha abbandonato il nostro Paese per dire addio a un mercato del lavoro ritenuto poco stimolante, con carriere lente e poco remunerative. Ma il 74% degli expats tornerebbe in Italia se ricevesse un’offerta di lavoro interessante.

Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca condotta

Un mercato del lavoro con forti limiti
Dalle risposte emerge chiaramente come la maggior parte delle partenze sia legata alle carenze strutturali del nostro mercato del lavoro. L’85% degli intervistati, infatti, ritiene che il paese in cui vive attualmente offra un migliore contesto lavorativo rispetto a quello italiano.

Spaventa soprattutto la scarsa possibilità di crescere professionalmente: molti expats sono convinti che in Italia la carriera si prospetti poco remunerativa (per il 50% dei rispondenti) o lenta (39%), mentre il 42% di loro pensa che le opportunità in Italia sarebbero frenate da clientelismo, familismo o, addirittura, corruzione.

Le motivazioni dietro la partenza
Se si analizzano le motivazioni che hanno spinto a partire si scopre che solo il 33% degli intervistati, infatti, ha scelto di emigrare per delle preferenze personali, come il desiderio di lavorare per una specifica azienda con sede all’estero (14%), la volontà di fare un’esperienza al di fuori dei confini nazionali o per ricongiungersi con un partner o un familiare (6%).

In testa invece le ragioni legate al mercato del lavoro, in primis il desiderio di stabilirsi in un Paese che offra migliori opportunità di carriera (lo ha dichiarato il 33% degli intervistati). Rilevante anche il fattore tempo: il 13% degli expats ha lasciato il Paese perché ha ricevuto un’offerta di lavoro dall’estero prima che ne arrivasse una in Italia.

Il desiderio di rientrare
Nonostante le migliori opportunità e prospettive disponibili all’estero, sono tanti gli expats a conservare il sogno di rientrare: il 68% dei professionisti intervistati tornerebbe a casa se ricevesse un’offerta lavorativa più prestigiosa o di pari livello rispetto alla posizione attuale. Mentre il 6% di loro sarebbe disposto a rientrare anche in caso di un impiego meno remunerativo e gratificante. Resta invece convinto della scelta fatta il 26% dei talenti, che non pensa a un trasferimento anche nel caso in cui ricevesse un’offerta interessante dall'Italia.

Il desiderio di rientro condiviso da molti non si traduce però quasi mai in una ricerca attiva, visto che l’84% dei professionisti intervistati dichiara di non stare monitorando le offerte di lavoro in Italia. Nonostante la nostalgia condivisa, quindi, rimane dominante la percezione che il Belpaese sia ancora indietro dal punto di vista occupazionale.

ALTRI ARTICOLI di Attualità